Macche' Intelligenza Artificiale! Per fare bei film servono registi

Una sfida, quella dell'AI applicata al cinema, tra qualità e quantità. L'intelligenza artificale potrebbe riscrivere un Film di Petri o di Tarantino? Intanto Hollywood si ribella.

Macche' Intelligenza Artificiale! Per fare bei film servono registi
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Ludovico Conti Modifica articolo

24 Maggio 2023 - 17.07


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Hollywood si ribella. Da ormai due settimane, gli sceneggiatori hanno paralizzato le produzioni e protestano a gran voce. Reclamano adeguamenti salariali e protezione dall’intelligenza artificiale. Questa situazione ci spinge a riflettere su chi e perché sarà o potrebbe esser sostituito.

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Può un film di Petri essere riscritto da un’intelligenza artificiale? Può mai un film di Tarantino essere scritto da un’intelligenza artificiale? La risposta è un deciso e scontato no. E allora quali sceneggiature potrebbero essere realmente realizzate da un’intelligenza artificiale?

Probabilmente, solo l’ennesima stagione di un’improbabile serie televisiva o produzioni cinematografiche di basso livello.

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La questione si riduce, dunque, ad una sfida tra qualità e quantità. Sebbene sia molto improbabile che le prime nominate possano essere imitate, copiate o sostituite, quelle appartenenti all’altra categoria corrono qualche rischio in più. Dopo tutto basti pensare che nel corso di poco più di un decennio si è passati da 182 produzioni annuali di serie tv a 599 del 2022: numeri che restituiscono l’idea di una iperproduzione che non va sempre di pari passo con la qualità. È giunto il momento di considerare l’intelligenza artificiale come un’opportunità di resistenza. L’IA si inserisce perfettamente in questa corsia del content veloce e non sempre di qualità contro cui si oppone uno “slow content” più ragionato e di qualità.

La sfida coinvolge il mondo del cinema, ma riguarda anche ogni contesto in cui l’intelligenza artificiale può costituire una minaccia. La sostituibilità alla quale siamo soggetti dovrebbe spingerci a rivalutare lo “slow and quality content” come consumer, producer e prosumer. Le overdose di contenuti a cui ci siamo abituati non hanno giovato né a noi né all’ecosistema mediatico.

Il capitalismo continua a dettarci i tempi. Intanto Sam Altman, uno dei padri del celebre ChatGPT, è stato sentito dal Senato americano e si è detto lui per primo preoccupato dalla potenzialità delle intelligenze generative. Chiede al governo un serio progetto di regolamentazione per gli usi impropri che se ne potrebbero fare.

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Gary Marcus, professore di psicologia e reti neurali, sentito sempre dal senato Usa ha affermato che serve un’agenzia che le segue a tempo pieno perché queste tecnologie vanno troppo veloci e bisogna starci costantemente al passo. E di nuovo, il capitalismo continua a dettare i nostri tempi.

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