di Antonio Picarazzi
La resistenza al fascismo trova la sua applicazione armata sulle montagne, nelle pianure e tra le vie delle Città italiane nel periodo compreso tra il 1943 e il 1945. Decine di migliaia di persone insorsero contro i fascisti e contro l’occupante nazista, riproponendo i concetti della lotta per la Democrazia in una dimensione di patriottismo concreto, tramato di scelte e di comportamenti coerenti guidati da un Sistema valoriale riconoscibile e solido. Tuttavia, la Resistenza ha radici profonde che si innestano, a partire dal biennio 1019 1921, profondamento nel corpo sociale del nostro Paese. In questo possiamo dire che essa fu una lenta progressione verso la libertà a cui centinaia di donne e uomini sacrificarono la propria vita, mossi da un unico ideale: costruire un paese diverso, incardinato sui principi della Democrazia, del Confronto ideale, della Solidarietà e del Riscatto Sociale.
In questo ambito abbiamo scelto, in prossimità delle celebrazioni del 25 Aprile, due libri che a nostro avviso possono segnare una differenza fondamentale nell’analisi di quei fatti che, seppur accaduti 80 anni fa, ancora oggi hanno bisogno di essere divulgati, sostenuti, conosciuti, metabolizzati e praticati.
Roberto Denti e Simona Colarizi, gli autori dei due libri presentati, affrontano partendo dalla propria angolazione quei temi e mentre in Denti, con una narrazione rivolta ai ragazzi che ha un chiaro fine di divulgazione semplice nei tratti linguistici, ma molto forte sul piano dei valori e dei sentimenti, in Colarizi ovviamente prevale l’aspetto dell’approfondimento storico, proiettando la Resistenza nel suo humus naturale di lotta per la Democrazia e la Libertà, esplicitando le pluralità in essa presenti e le radici storiche che, a partire dalle necessarie e indubbie differenze, l’hanno fin dall’inizio caratterizzata.
“La mia resistenza” di Roberto Denti (Rizzoli, BUR Ragazzi – Verdi, 2025) nel Filone della Divulgazione Democratica Giovanile
“La mia resistenza” di Roberto Denti, nella sua riproposizione nella collana BUR Ragazzi – Verdi di Rizzoli (edizione 2025), si inserisce con notevole efficacia nel fondamentale filone della divulgazione democratica rivolta al mondo giovanile. L’intento primario dell’autore, intrinseco alla sua scelta di rivolgersi ai giovani lettori, è chiaramente pedagogico: trasmettere i valori fondanti della Resistenza e, per estensione, della democrazia, in un linguaggio accessibile e coinvolgente.
L’originalità con cui Denti affronta questo compito divulgativo risiede nella sua scelta di evitare la lezione frontale e la retorica celebrativa. Opta invece per la potenza dell’esperienza individuale, incarnata nel percorso di crescita e consapevolezza del giovane Roberto. Questa prospettiva “dal basso” rende i concetti di libertà, giustizia e opposizione all’oppressione non astrazioni ideologiche, ma necessità vitali, comprensibili e condivisibili anche per un pubblico giovane.
La narrazione certa e aderente al contesto storico della Resistenza cremonese fornisce un ancoraggio concreto ai valori democratici che il libro intende veicolare. Attraverso le difficoltà, i pericoli e le scelte di Roberto, il lettore giovane comprende come la democrazia non sia un dato acquisito, ma il risultato di lotte, sacrifici e un impegno costante contro l’autoritarismo e l’ingiustizia. La “compagnia di finti teatranti” diviene una metafora potente di come anche azioni apparentemente piccole e “clandestine” possano contribuire a minare il potere oppressivo e a difendere i principi di libertà.
Lungi dall’essere una lettura banale, “La mia resistenza” affronta con sensibilità le complessità morali e le sfumature della Resistenza, evitando una visione manichea del bene contro il male. Presentando un protagonista con cui i giovani lettori possono facilmente identificarsi – un ragazzo che cresce e matura di fronte alle avversità – il libro stimola una riflessione autentica sul significato di cittadinanza attiva e responsabilità individuale all’interno di una comunità democratica. Il percorso di Roberto insegna che la difesa dei valori democratici richiede coraggio, resilienza e la capacità di fare scelte difficili, anche quando le conseguenze sono incerte.
L’approfondimento offerto dal libro, pur mantenendo un linguaggio adatto ai giovani, consiste proprio nel rendere tangibili i principi democratici attraverso l’esperienza vissuta. La lotta partigiana non è presentata come un evento lontano e glorioso, ma come un insieme di azioni concrete, motivate dal desiderio di un futuro libero e giusto. Il libro divulga l’importanza della partecipazione, della solidarietà e del rifiuto dell’indifferenza come elementi cruciali per la costruzione e la difesa di una società democratica.
In conclusione, “La mia resistenza” di Roberto Denti (edizione 2025) si configura come uno strumento prezioso ed efficace per la divulgazione democratica tra i giovani. Attraverso una narrazione originale, certa, non banale e profondamente umana, l’autore riesce a trasmettere i valori fondanti della Resistenza – e quindi della democrazia – in modo coinvolgente e significativo. Il libro non si limita a raccontare un pezzo di storia, ma invita i giovani lettori a riflettere sul proprio ruolo come cittadini attivi e consapevoli in una società democratica, rendendo concetti altrimenti astratti esperienze emotive e intellettuali concrete. L’intento divulgativo di Denti si realizza pienamente nella capacità di seminare nei giovani la consapevolezza che la democrazia è un bene prezioso da custodire e difendere, ieri come oggi.
“La resistenza lunga. Storia dell’antifascismo 1919-1945” di Simona Colarizi (Laterza, 2023)
“La resistenza lunga. Storia dell’antifascismo 1919-1945” di Simona Colarizi (Laterza, 2023) non è semplicemente una cronaca degli anni cruciali che precedettero e culminarono nella Liberazione; è un’ambiziosa e illuminante rilettura dell’antifascismo italiano nella sua genesi, evoluzione e multiforme complessità. Colarizi traccia un arco temporale che va ben oltre i venti mesi della Resistenza armata, offrendo una prospettiva inedita e profondamente originale su un movimento composito e stratificato, spesso ridotto a una narrazione unitaria e semplificata.
L’autrice demolisce la visione di un antifascismo che sorge spontaneamente con l’occupazione nazista e la Repubblica di Salò. Con rigore documentato e una solida base di ricerca storiografica (certa e aderente alle fonti), Colarizi ricostruisce le radici profonde dell’opposizione al fascismo fin dai suoi albori, analizzando le prime forme di dissenso politico, le resistenze sociali e culturali che si manifestarono ben prima della guerra. Questa “resistenza lunga” non è un prologo alla Resistenza armata, ma un elemento costitutivo e imprescindibile per comprenderne la natura e la portata.
Colarizi si addentra nelle non banali dinamiche interne all’antifascismo, evidenziando le sue diverse anime, le tensioni ideologiche, le strategie talvolta divergenti e le figure spesso dimenticate che animarono l’opposizione al regime. Non si limita a elencare partiti e movimenti, ma ne esplora le matrici culturali, le basi sociali, le leadership e le difficoltà operative in un contesto di crescente repressione. L’analisi spazia dalle prime forme di organizzazione clandestina all’esilio politico, dalle attività di propaganda alla partecipazione alla Guerra Civile Spagnola, delineando un quadro approfondito e sfaccettato di un fenomeno tutt’altro che monolitico.
La forza del lavoro di Colarizi risiede nella sua capacità di contestualizzare la Resistenza armata all’interno di questo percorso più ampio. La scelta di intitolare il libro “La resistenza lunga” sottolinea come gli ideali, le esperienze e le reti di solidarietà sviluppatesi nei decenni precedenti abbiano costituito un terreno fertile e indispensabile per la mobilitazione partigiana. L’autrice non sminuisce l’importanza cruciale del biennio 1943-1945, ma lo colloca in una prospettiva storica più ampia, arricchendo la nostra comprensione delle motivazioni, delle risorse umane e delle strategie che permisero la lotta di Liberazione.
Colarizi analizza con acume le diverse fasi dell’antifascismo, dalle iniziali resistenze liberali e socialiste alla nascita del Partito Comunista, dall’antifascismo “esterno” degli esuli alle prime forme di opposizione clandestina interna. Vengono illuminate figure chiave, spesso marginalizzate nella narrazione tradizionale, e analizzate le complesse interazioni tra le diverse componenti del movimento antifascista, le loro alleanze e le loro rivalità. Questa approfondita disamina permette di superare una visione semplificata e di cogliere la ricchezza e la complessità di un fenomeno politico e sociale di portata storica.
In conclusione, “La resistenza lunga. Storia dell’antifascismo 1919-1945” di Simona Colarizi rappresenta un contributo fondamentale e originale alla storiografia sull’antifascismo italiano. Grazie a una rigorosa documentazione, a un’analisi certa e aderente alle fonti, e a una prospettiva approfondita e non banale, l’autrice offre una rilettura essenziale per comprendere le radici, le dinamiche e la portata di un movimento che ha plasmato la storia del nostro paese. Il libro si sottrae a facili sintesi, invitando il lettore a confrontarsi con la complessità di un periodo storico cruciale e con le molteplici forme di resistenza che hanno preceduto e accompagnato la Liberazione. Un’opera imprescindibile per chiunque desideri una comprensione più matura e sfaccettata dell’antifascismo italiano.