Huawei presenta il nuovo Mate Xs 2

Huawei non demorde e, nonostante il drastico calo di mercato dei sui smartphone a seguito del ban USA, presenta il suo nuovo foldable.

Huawei presenta il nuovo Mate Xs 2
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22 Aprile 2022 - 18.39


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a cura di A. Forgione

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È recente l’annuncio da parte di Huawei del successore del Mate Xs, il primo foldable del colosso cinese nonché il primo smartphone pieghevole presentato sul mercato consumer.

Il lancio del Mate Xs 2, come annunciato dall’azienda sul social network cinese Weibo, avverrà in patria il 28 aprile. Le migliorie apportate rispetto al modello precedente riguardano il meccanismo a cerniera, grande tallone d’Achille accomunante tutti i display pieghevoli, che ora è più solido e permette di chiudere maggiormente il pannello, diminuendo lo spessore del device. A livello hardware, sebbene ci siano ancora ombre sulle specifiche tecniche complete, dovrebbe essere implementato un SoC proprietario Kirin 9000 affiancato da un comparto fotografico aggiornato.

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La notizia arriva a distanza di tre anni dal ban che gli Stati Uniti hanno esercitato nei confronti di Huawei, precludendola dal poter avviare partnership con aziende americane. Nonostante molte aziende come la Qualcomm abbiano ripreso a fornire hardware alle aziende del Sol Levante, la restrizione che più di tutte ha pesato e continua a pesare sugli smartphone Huawei è la rimozione dei servizi Google. Sebbene per i più smaliziati sia comunque possibile installarli in maniera non ufficiale senza troppe difficoltà, di base la loro assenza rappresenta la più grave mancanza soprattutto per il mercato occidentale. Una castrazione che ha fatto scendere la quota di mercato degli smartphone Huawei dal 20% al 4%. La Huawei infatti, nonostante continui a basare il suo nuovo OS mobile HarmonyOS (presentato in tempo record proprio dopo il ban) sul codice open source di Android, non può implementare software proprietari Google. Una mancanza che preclude, ad esempio, il supporto ufficiale ai Google Play Services e al Play Store.

Il ban arrivò a seguito di un rapporto USA che vedeva le tecnologie Huawei capaci di sottrarre dati sensibili degli utenti, minacciando la sicurezza americana. Più voci autorevoli, però, sostengono che il bando non fu altro che un modo per ostacolarla nell’esportazione delle sue infrastrutture 5G, più economiche e avanzate rispetto ai competitor occidentali come la Ericsson.

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