Mogol compie 85 anni: una vita di parole per Battisti, Cocciante e tante canzoni beat

Dal sodalizio con Lucio Battisti a quello con Adriano Celentano passando per la Nazionale Cantanti, il Cet di Toscolano e la presidenza della Siae che fa gli auguri a uno dei padri della musica pop italiana.

Mogol compie 85 anni: una vita di parole per Battisti, Cocciante e tante canzoni beat
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17 Agosto 2021 - 19.33


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di Marcello Cecconi

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La Siae nacque, come Società Italiana degli Autori, nella sala dell’Orologio di Palazzo Marino a Milano, e 139 anni dopo a presiederla c’è Giulio Rapetti in arte Mogol, che festeggia oggi il suo 85esimo compleanno e il suo direttore generale Gaetano Blandini non si fa sfuggire l’occasione per fargli gli auguri pubblicamente. Scrive: “Oggi compie 85 anni il nostro Presidente Giulio Rapetti Mogol che con la sua creatività ha dato lustro alla cultura italiana in Italia e nel mondo, sempre in prima linea nella difesa del diritto d’autore. – e aggiunge- L’uomo è anche meglio dell’artista. È buono, gentile e generoso. Non eccelle solo nello scrivere canzoni. Scrive poesie, si occupa di medicina, ha mille idee. Un vulcano. Grazie caro Giulio. Ti vogliamo tanto bene”.

Di sicuro, se il motto della Siae è “Dalla parte di chi crea”, non si poteva scegliere migliore personaggio a rappresentarla e, infatti, nel 2018 quando Mogol accettò la candidatura fu eletto all’unanimità. La storia di Giulio Rapetti è un po’ la storia della cultura popolare italiana di questi ultimi sessant’anni. Addirittura ha iniziato firmando il testo di Al di là che trionfò al festival di Sanremo del 1961 grazie a Luciano Tajoli e Betty Curtis, con quest’ultima che fu scelta per essere ammessa all’Eurovision Song Contest 1961, classificandosi al quinto posto a pari merito con il brano della Danimarca.

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Il primo successo firmato da Mogol, 1961, Betty Curtis canta “Al di là”.

Da allora, interpretando con la sua straordinaria sensibilità i cambiamenti di costume, di consumo musicale e culturale in genere, ha espresso tutta la sua vena creativa e la capacità di imprenditore lungimirante cavalcando e, qualche volta anticipando, le onde irregolari dei gusti musicali degli italiani e non solo, ma restando comunque sempre nel solco della musica pop.  

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All’inizio del 1966 ci fu il “colpo di fulmine” con il chitarrista-compositore Lucio Battisti che Mogol convinse a cantare in proprio, dando così il via a un sodalizio fondamentale per la musica italiana che durerà fino ai primi anni Ottanta, quando Battisti cominciò la collaborazione con Pasquale Panella, capovolgendo stile e testi.
 
Ma Mogol, come abbiamo detto, è andato oltre questo sodalizio e, sempre in quegli anni, con l’arrivo del genere beat si gettò a capofitto e con successo nell’adattamento di testi in inglese per cover da cantare in italiano. Ne ricordiamo alcuni, evergreen indimenticabili, come Io ho in mente te (“You were on my mind”, Barry McGuire, 1966), cantata dagli Equipe 84, Sognando la California (“California dreamin’”, Mamas & Papas, 1965), cantata dai Dik Dik, Che colpa abbiamo noi (“Cheryl’s goin’ home”, Bob Lind, 1966), cantata da The Rokes, Sono bugiarda (“I’m a believer”, The Monkees, 1966), cantata da Caterina Caselli.

La cover dei Dik Dik “Sognando la California”

Fra le tante, firmò canzoni per Bobby Solo come Se piangi, se ridi e Una lacrima sul viso, per Mango scrisse Oro, Come Monna Lisa e Mediterraneo, per Riccardo Cocciante Celeste nostalgia, Un nuovo amico e Se stiamo insieme. Arrivò anche il periodo per la collaborazione con Adriano Celentano con capolavori come Io non so parlar d’amore del 1999, seguito nel 2000 da Esco di rado e parlo ancora meno e nel 2002 Per sempre e due anni dopo C’è sempre un motivo. La collaborazione con il “molleggiato” finirà nel 2007 con Dormi amore, la situazione non è buona.

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Ha fondato insieme ad amici e colleghi musicisti la Nazionale Italiana Cantanti che ha sostenuto progetti di solidarietà in tutto il mondo e ricevuto riconoscimenti ovunque. Con un aneddoto, sul sito, Mogol presenta l’inizio dell’avventura: “La nostra storia inizia con un traversone di Gianni Morandi dalla fascia destra: era un pallone teso, altissimo, imprendibile per tutti. Lucio Battisti giocava da attaccante e in quel momento si trovava proprio di fronte alla porta avversaria. Lucio seguì la palla con lo sguardo e quando gli passò in perpendicolare sulla testa, come per un riflesso condizionato, si alzò sulle punte dei piedi senza mai sollevarsi da terra, come un movimento da ballerino classico. Fu a quel punto che i dieci mila spettatori dell’Arena di Milano scoppiarono in una fragorosa risata. La scena fece ridere pure noi in campo, anche se sapevamo benissimo che quella era la prima volta che Lucio metteva gli scarpini ai piedi.”

Nel 1992 ha fondato il CET di Toscolano, il centro di perfezionamento per giovani artisti in Umbria, un’associazione no-profit che ha la mission di valorizzare nuovi professionisti della musica pop, persone sensibilizzate all’importanza della cultura popolare e alle esigenze etiche della comunicazione.

Insomma, come dice Gaetano Blandini nella nota per gli auguri, nonostante gli 85 anni suonati, il suo presidente Giulio Rapetti in arte Mogol, tiene ancora stretto il timone della propria nave carica di “mille idee”

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