La Bandabardò è più sola senza Erriquez

Dopo una lunga e riservata malattia ci lascia l'idealista frontman della "colorata" band fiorentina sempre pronta a salire sul palco per le giuste cause.

La Bandabardò è più sola senza Erriquez
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15 Febbraio 2021 - 09.12


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Dal vivo Erriquez leader della Bandabardò aveva un’energia trascinante, con quel suo fare in apparenza arruffato coinvolgeva nel rock venato di tanto folk – o se vi aggrada di più un folk intriso di rock e cantautorato – del gruppo fiorentino. E spesso ricordava come ai loro ci fossero i banchi di Amnesty International ed Emergency per sostenere buone cause. Non per nulla fu la Bandabardò a concludere l’enorme manifestazione nazionale, convocata nel capoluogo toscano, che vide un milione di persone sfilare pacificamente per le strade nel novembre 2002 in risposta ai fatti criminali di Genova contro i manifestanti al G8 del 2001. 

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Erriquez, nome d’arte di Enrico Greppi, 60 anni, è morto questa mattina a casa sua a Fiesole stroncato da una lunga malattia. Per riservatezza il musicista e la famiglia avevano tenuto la malattia riservata. Ne ha dato notizia il manager dagli inizi a oggi Francesco Barbaro. “Ho goduto abbestia con i migliori compagni potessi avere, la mia Banda del cuore, la nostra creatura meravigliosa dai mille colori. In questo grande girotondo saluto e ringrazio tutti quelli che mi hanno amato e tutti quelli che ho amato, i nomi sono tanti, voi sapete chi. Un abbraccio che circonda! Aloha!!!”,  riporta il saluto finale del frontman, chitarrista e autore su Facebook. 

La Bandabardò nacque nel 1993. Con brani come “Vento in faccia”, “Beppeeanna” dove cantava “Se mi rilasso collasso”, “BB” che riprendeva un brano dedicato a Brigitte Bardot rivisto, anche nel testo, in chiave Bandabardò, il pubblico poteva ballare fino allo sfinimento. Il gruppo esordì nel 1996 con l’album “Il circo Mangione”. Si inseriva felicemente in un folk scatenato e arricchito da influssi alla patchanka, quel rock che fondeva punk, rock, musica latina, spagnola, caraibica, danze. Il gruppo riprendeva anche gli ideali libertari di fine anni ’60 e anni ’70 rinnovandoli senza tanta nostalgia. “Versa da bere ad un albero sradicato / Spostato dai venti e dalla curiosità / Un nomade in amore ed in felicità”, cantava Erriquez, qui affiancato da Piero Pelù, nella canzone “W Fernandez”. 

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Nel 1998 uscì “bì-bì” e fu la consacrazione nazionale. La Bandabardò è una formazione che dà il meglio dal vivo. “Tre passi avanti” del 2004 è tra i loro album migliori mentre il “best of” “Fuori orario” è un’eccellente raccolta delle canzoni più riuscite del gruppo. Una band che ha partecipato a più “Concertoni” del primo maggio a Roma e ha mantenuto con gran “vitalità” (per citare un verso scritto da Erriquez” in “Beppeeanna”) accese le luci del folk, del rock, di idee di fratellanza, libertarie.

Erriquez e il gruppo si possono descrivere come musicisti di una sinistra vera in lotta contro le ingiustizie politiche e sociali, senza farsi mai ingabbiare in un’etichetta. Erriquez ne è stato il portabandiera, l’alfiere, il frontman, il volto della gioia e del coinvolgimento collettivo. Che la musica perda un musicista così è un gran peccato. Chi lo ha visto dal vivo non ne dimenticherà allegria, simpatia e forti convinzioni.

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