Jovanotti: “Un ragazzo fortunato” tra ballate romantiche e tormentoni estivi | Culture
Top

Jovanotti: “Un ragazzo fortunato” tra ballate romantiche e tormentoni estivi

Jovanotti un artista che con le sue canzoni fa ballare, divertire, scatenare ed emozionare. Mi piace perché utilizza un linguaggio semplice, diretto ma profondo e ricco di metafore per parlare di vari temi

Jovanotti: “Un ragazzo fortunato” tra ballate romantiche e tormentoni estivi
Preroll

redazione Modifica articolo

24 Luglio 2021 - 13.57


ATF

di Alice Muti Pizzetti

 

Capelli arruffati, folta barba, camicioni colorati e pantaloni oversize, il suo è uno stile inconfondibile. La sua particolare pronuncia della s è un marchio di fabbrica. Con le sue canzoni fa ballare, divertire, scatenare ed emozionare. Artista che negli anni ‘90 ha introdotto i suoni dell’hip hop americano in Italia. Lui è Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, 37 anni di carriera  e ancora sulla breccia. Amo la sua musica perché il tempo passa e lui rimane attuale, fedele a sé stesso.  

 

La musica è cambiata e sta cambiando: la nuova scena musicale italiana è formata soprattutto da rapper e cantautori indie: non è facile stare al passo con i tempi. Né si può rispondere come fanno alcuni artisti italiani, producendo canzoni dai testi semplici e banali. I giovani non hanno bisogno di questo e Jovanotti lo avverte e così sperimenta nuovi generi, rinnovandosi senza snaturarsi.

Nasce nel 1966 a Roma da genitori toscani. Sceglie come nome d’arte “Joe Vanotti”, ma il tipografo a cui commissiona una locandina promozionale per una serata in discoteca commette un refuso e scrive “Jovanotti”. Un errore provvidenziale e il cantante decide di tenerlo. Alla fine  degli anni ‘80 è Claudio Cecchetto a lanciarlo puntando su un’immagine scanzonata e commerciale e il brano “Serenata rap” diventa il video più trasmesso in Europa e in Sud America. E’ il successo.  

 

 

Jovanotti mi piace perché utilizza un linguaggio semplice, diretto ma profondo e ricco di metafore per parlare dei temi più variegati. Tra i miei pezzi preferiti e tra i più toccanti c’è sicuramente “Fango”, una dedica commovente ad Umberto Cherubini, fratello dell’artista, morto il 23 ottobre 2007 a causa di un tragico incidente aereo. “Fango” è un componimento denso di emozioni, un testo che tocca il cuore affrontando un tema delicato come la morte per cercare poi di superare il dolore.

 

 

Qual è il segreto del suo successo? Jovanotti passa da un genere all’altro con grande naturalezza e versatilità: da brani rap al pop, dal romantico dall’hip hop, capaci di far sognare con le sue lente ballate ma anche di far scatenare sulle note di un tormentone estivo.

All’evoluzione musicale corrisponde un mutare dei testi che, nel corso degli anni, tendono a toccare questioni sempre più personali, più tipici dello stile cantautorale italiano. Si è ispirato spesso alla luna che ritroviamo al centro di diverse canzoni come “Luna di città d’agosto”, “Ragazza Magica”, “Chiaro di Luna” e molte altre. L’amore è tra le principali fonti d’ispirazione del cantante: “A te”, “Baciami ancora”, “Come musica”, “Ti sposerò” è solo una piccola lista delle canzoni che ha dedicato a sua moglie.

 

Ma non solo, Jovanotti riporta nelle sue canzoni anche il suo impegno sociale e politico. L’album “Il quinto mondo è il prossimo livello” ne è un perfetto esempio in cui domina l’impegno politico su vari fronti; quello della tolleranza e del rispetto e della solidarietà verso i popoli meno fortunati del pianeta (“Noi, Il quinto mondo”); quello dell’ecologia e dell’ambientalismo (“Albero di mele”); quello della difesa dei diritti umani minacciati dall’arroganza del potere economico (“La vita vale”).

 

Il pezzo di lancio dell’album, “Salvami” (che ripercorre numerosi di questi temi), contiene tra le altre cose un riferimento non troppo celato alla scrittrice fiorentina Oriana Fallaci e venne citato da Tiziano Terzani nell’introduzione al suo “Lettere contro la guerra”. Negli anni 90 con il singolo “Penso positivo” per la prima volta si sbilanciò in forti prese di posizione ideologiche, citando Che Guevara, Madre Teresa
Malcolm X e  Gandhi. 

 

Questo articolo, l’ ultimo della rubrica, fa parte dell’iniziativa #Unamusicaintesta ideata dalla redazione di Culture. Globalist. Si rimanda alla lettura degli articoli precedenti.

1) Articolo introduttivo di Manuela Ballo:  Le canzoni non raccontano più storie? Forse. Ma conviene ascoltare la musica giovane | Culture    (globalist.it)
2)Articolo sui BTS di Elena La Verde:  Dall’Asia al mondo: sono i BTS, idoli del pop coreano | Culture (globalist.it)
3)Articolo su Colapesce e Dimartino di Marcello Cecconi Colapesce e Dimartino non son mica nati ieri | Culture (globalist.it)
4)Articolo su Motta di Linda Salvetti: Francesco Motta, un cantautore tra il pop e il folk | Culture (globalist.it)
5)Articolo sui Pinguini Tattici nucleari di Margherita Centri: I Pinguini Tattici Nucleari piacciono a tutti (o quasi) | Culture (globalist.it)
6)Articolo su Dua Lipa di Vittoria Maggini: Un venerdì sera con Dua Lipa

Native

Articoli correlati