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"Peppino Impastato, western a Mafiopoli": il graphic novel di Scornaienchi e Ralli

Il 9 maggio, nel 43esimo anniversario dell'omicidio del militante di Democrazia Proletaria, arriva un romanzo a fumetti che racconta la sua storia e il suo coraggio

"Peppino Impastato, western a Mafiopoli": il graphic novel di Scornaienchi e Ralli
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7 Maggio 2021 - 15.04


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Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato veniva assassinato dalla mafia. A 43 anni dalla morte del militante di Democrazia Proletaria, Luca Scornaienchi e Luca Ralli presentano il graphic novel a lui dedicato “Peppino Impastato, western a Mafiopoli” per Round Robin Editrice (128 pagine, € 17,10), che arriverà in libreria questo 9 maggio.

Nel romanzo a fumetti i due autori ripercorrono la vita dell’attivista, giornalista e conduttore radiofonico, raccontando “del suo coraggio e del suo impegno per liberare la sua Cinisi e la sua Sicilia dal controllo di Don Tano Badalamenti che nel fumetto viene ritratto come un indiano a capo della tribù mafiosa”.

“Il racconto si apre con la cella del carcere di Fairton” hanno spiegato Scornaienchi e Ralli “nello stato del New Jersey, mentre Don Tano Badalamenti cammina attraversando il corridoio. Da dietro le sbarre del carcere tutti i detenuti abbassano la testa in segno di rispetto al passaggio del Padrino: l’eroe che ha unito Italia e Stati Uniti con un ponte di cocaina e morti ammazzati. È il 1978 quando viene decretata la morte di Peppino Impastato, un comunista, ‘nuddu miscato ccu nenti’, che gioca a fare la radio sbeffeggiando il capo indiscusso di Cosa Nostra”, proseguono gli autori. E osservano “Peppino paura non ne ha. Peppino sorride, perché lui, la mafia, la combatte con la bellezza”.

Alla creazione del volume hanno contribuito Giovanni Impastato, fratello di Giuseppe, e Umberto Santino, fondatore e direttore del Centro siciliano di documentazione Peppino Impastato di Palermo, che ha fornito agli autori diversi testi.

Nel testo si parla ovviamente del delitto e sono inseriti anche alcuni stralci delle motivazioni delle sentenze di condanna dei mandanti, Gaetano Badalamenti e Vito Palazzolo: vi si legge “quello di Giuseppe Impastato è un omicidio di stampo mafioso per la sua specifica causale e per l’identità dei mandanti”.

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