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L’altalena dei bambini tra asili nido e casa non è un gioco

Ai più piccoli gli educatori propongono video-letture e canzoncine con la “Lead” che sta per “legami e relazioni a distanza”.  Un lavoro di attenzione che non sostituisce la presenza

L’altalena dei bambini tra asili nido e casa non è un gioco
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3 Aprile 2021 - 22.51


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di Erica Cerami

Eccoci all’ennesima svolta: dal 7 aprile riaprono di nuovo le scuole fino alla prima media. Dall’inizio della pandemia la chiusura delle scuole, con il conseguente inizio della didattica a distanza, è stata istituita più e più volte. Questo continuo dentro e fuori le aule non è vantaggioso per nessuno, tanto meno per i bambini che frequentano gli asili nido. L’interruzione dei servizi educativi all’infanzia porta con sé dei problemi che dal bambino si estendono all’intera famiglia. È così rilevante questo aspetto da indurre un filosofo, Leonardo Caffo, a scrivere sul Corriere della Sera: “Chiudendo i Nidi si chiede almeno a uno dei due genitori il sacrificio immenso di abdicare a sé in vantaggio del solo figlio: sacrificio che solitamente coi bambini molto piccoli tocca alle madri, sacrificio che solitamente distrugge gli equilibri fragili e delicati di una coppia che mentre cerca di dare energia a una nuova vita vorrebbe anche non toglierla alla propria”.

I bambini sono, dunque, costretti a vivere su un’altalena: oggi a scuola, domani a casa. con la conseguenza che ogni qualvolta viene allontanato dal nido è costretto, per il suo reinserimento, a ricominciare d’accapo. Deve riabituarsi a comunicare con le educatrici alle quali “è spuntato il becco”, come ironizza una pedagogista sui social.  Il becco, facile da intuire, è la mascherina che le educatrici sono costrette a indossare. Non è facile comunicare con i più piccoli con indosso una mascherina per circa 6-8 ore al giorno, raccontando loro storie o cantando canzoni. 

Agli educatori va riconosciuto un grande merito poiché hanno imparato a comunicare con gli occhi. Anche nelle situazioni più difficili da gestire, come quando si sospetta la positività di un bambino, gli educatori non vacillano e si confermano figure su cui un genitore può fare affidamento. Un esempio chiaro lo racconta un’educatrice della cooperativa sociale “Il Piccolo Principe” di Empoli che preferisce restare anonima:  “Si accompagna il bambino nella stanza d’isolamento, facendo finta di fare un gioco: noi indossiamo la visiera e fingiamo di essere delle astronaute, così i bambini non si spaventano”. 

Poi ci sono i genitori che, per loro natura, non vorrebbero mai far mancare nulla ai propri figli. Ma sono divisi tra lavoro e famiglia. Per i bambini a casa è attivata, dall’asilo nido, la LEAD, un acronimo che sta per “Legami e relazione a distanza “. Serve – spiega un’educatrice – per continuare la relazione educativa: video-letture e canzoncine sono proposte ai bambini per far sentire loro che gli educatori non li hanno abbandonati. Tuttavia, i bambini non sono così autonomi da poter seguire tutto questo da soli: è necessaria la presenza costante di un genitore, o di nonni in gamba capaci di usare le nuove tecnologie o una babysitter. Serve cioè qualcuno che faccia da intermediario tra le iniziative proposte della scuola e i bambini. Quando non è possibile affidarli a qualcuno, il           compito ricade immancabilmente sulle madri: in una società, come la nostra, è sempre la mamma a doversi sacrificare; a dover togliere del tempo al suo lavoro per dedicarlo alla propria prole. Solo rare volte è il padre ad assumersi l’incarico. Ma sono eccezioni.  

Perciò è fondamentale mantenere aperti i nidi: “Date la chance ai genitori non di essere liberi – perché passare il tempo con i figli è stupendo, ma di avere gli stessi diritti e doveri con i figli, – perché sbilanciare l’equilibrio di genere in famiglia invece è atroce e tristissimo” continua Leonardo Caffo nell’articolo già citato. C’è da augurarsi che la prossima riapertura delle scuole sia più duratura rispetto ai tira e molla di questi ultimi mesi: i bambini, e le loro famiglie, hanno bisogno di stabilità, continuità ed attenzioni.

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