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Bergoglio ai giornalisti: "Consumate le suole delle scarpe, meno notizie preconfezionate"

Il papa manda un forte richiamo all'informazione: esorta a vedere le nuove povertà, a fare inchieste, a non basarsi troppo su social, a vigilare sulle fake news

Bergoglio ai giornalisti: "Consumate le suole delle scarpe, meno notizie preconfezionate"
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23 Gennaio 2021 - 18.24


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di Marcello Cecconi

Papa Bergoglio richiama il mondo della comunicazione a “consumare le suole delle scarpe”. L’occasione è quella della diffusione del messaggio (clicca qui per il pdf) nel giorno in cui i giornalisti cattolici festeggiano il patrono San Francesco di Sales, 24 gennaio. Il messaggio vuole favorire riflessioni a qualche mese dalla Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali che sarà celebrata il prossimo 16 maggio.

“Venire a vedere” è la chiamata del Pontefice diretta all’informazione, oggi più che mai, in evoluzione. Papa Francesco chiede attenzione al rischio appiattimento di tutti i mezzi di comunicazione, carta, frequenze o rete non fa differenza, “dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di un’informazione preconfezionata di palazzo”. Bergoglio manifesta preoccupazione per la crisi dell’editoria che, per ragioni economiche, si piega a costruire informazioni davanti ai computer con la conseguenza di non intercettare più la realtà di cose e persone, di fenomeni sociali gravi e nemmeno delle energie positive che salgono dalla società. Chiede fermamente di incontrare persone con storie da verificare personalmente per non rischiare di contentarci nel rimanere spettatori esterni alla “vera” realtà mentre ci immergiamo con la tecnologia in quella “aumentata”.
Il Papa non manca di ringraziare chi ancora pratica il giornalismo come racconto della realtà, facendo della curiosità e passione un impegno che accomuna tutti quei professionisti che lavorano, spesso correndo gravi rischi. Scrive anche che la loro fatica è un’apertura al mondo che ci fa conoscere le difficoltà di minoranze perseguitate, la denuncia di ingiustizie, la narrazione di guerre che sarebbero state dimenticate, insomma un giornalismo, questo, arricchimento dell’umanità e baluardo della democrazia.
Non poteva mancare il “venire a vedere” rivolto al mondo della comunicazione che racconta la pandemia con la “doppia contabilità” a vantaggio del mondo ricco, facendo passare sottotraccia il rischio dall’esclusione dai vaccini delle popolazioni più indigenti, così come il dramma sociale dell’improvviso scivolamento nella povertà di molti, anche nel mondo dei fortunati.
Bergoglio si sofferma infine sulle opportunità e insidie della rete. Da un lato parla dei benefici che lo strumento è capace di offrire per la tempestività informativa e emergenziale che dovrebbe responsabilizzarci come testimoni di eventi, altrimenti trascurati, che possono dare contributi civili attraverso l’emersione di storie, anche positive. Dall’altro lato il messaggio mette l’accento sulle fake news, “comunicazioni social prive di verifiche” e sulla ormai troppo facile manipolabilità delle immagini, anche se solo per puro narcisismo, richiamando a non demonizzare il mezzo ma invitando tutti ad un uso maturo e responsabile come emittente ma anche come ricevente.
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