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''E tutte vissero felici e contente'': Emma Dante riscrive le fiabe per principesse indipendenti

Da Cappuccetto rosso a Biancaneve, attraverso quattro classici l'autrice ci racconta come le fanciulle non abbiano bisogno dei principi

''E tutte vissero felici e contente'': Emma Dante riscrive le fiabe per principesse indipendenti
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22 Dicembre 2020 - 21.52


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Proprio sotto le feste natalizie è stata pubblicata la raccolta di fiabe E tutte vissero felici e contente di Emma Dante, con le illustrazioni di Maria Cristina Costa, per la nuova edizione pubblicata dalla Nave di Teseo (240 p., ill., € 22,00).
Il libro racchiude quattro grandi classici dell’infanzia, riscritti in chiave psicologico-sociale e con degli sui personaggi femminili presenti.
Cappuccetto rosso vs Cappuccetto rosso, La bella Rosaspina addormentata, Gli alti e bassi di Biancaneve e Anastasia, Genoveffa e Cenerentola ci accompagneranno nella lettura, fiabe dove vengono messi in crisi gli stereotipi con i quali molti di noi sono cresciuti.
Cappuccetto rosso è una bambina sola e grassa, trascurata da una mamma vanitosa. Tra divieti alimentari e attenzioni negate, un giorno si troverà a fare i conti, nella sua stanzetta, con la versione magra di se stessa, la Cappuccetto rosso che sua mamma ha sempre desiderato come figlia e che potrebbe finalmente amare. Il lupo non è cattivo, è quasi un ostacolo però nella scoperta che Cappuccetto deve fare di sé stessa per arrivare ad accettarsi. 
In Rosaspina, ispirata a La bella addormentata nel bosco, colpisce molto come la maledizione della fata Oscura, quella che non viene invitata alla festa del battesimo, invece che profetizzare un sonno profondo da cui non c’è risveglio a causa della puntura di un ago, sia l’atteggiamento ossessivo e troppo protettivo degli anziani genitori, i quali creano una vera e propria prigione per la ragazza, che a un certo punto fugge e va in cerca del suo destino, accettandolo con tutte le difficoltà che le riserverà.
Ne Gli alti e bassi di Biancaneve la trama rimane all’incirca quella della fiaba originale, ma è la caratterizzazione dei personaggi a cambiare: si ha la regina e il suo alter ego maschile, l’essere infantile di Biancaneve e i nani, che lo sono diventati a seguito di un’esplosione in miniera nella quale hanno perso le gambe. Qui lo specchio è quello delle visioni distorte che ci fa alti o bassi, grassi o magri, buoni o crudeli. 
Infine Anastasia, Genoveffa e Cenerentola, il sentimento di sorellanza sfocia fin da subito in una goffa competizione. Lo scenario è quello siciliano, terra d’originie della scrittrice, e in questa versione Cenerentola non perdona nessuno, anzi dimentichiamoci la dolce ragazza che chiacchierava con i topolini ed era gentile con tutti.
E così le protagoniste di Emma Dante possono essere complesse, per nulla ingenue, sgarbate, sgradevoli, capricciose e vendicative ma ambiscono sicuramente a essere molto più libere del modello stereotipato di partenza.

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