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“Emily in Paris”, la nuova serie Netflix, è in testa sulla piattaforma ma fa arrabbiare i francesi

Secondo Thomas Sotinel di “Le Monde” la nuova serie Netflix, con la giovane Lily Collins, è un’operazione di “hate watching”, un coacervo di inesattezze e stereotipi sulla cultura francese

“Emily in Paris”, la nuova serie Netflix, è in testa sulla piattaforma ma fa arrabbiare i francesi
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19 Ottobre 2020 - 21.14


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Emily in Paris è la nuova serie targata Netflix, che vede protagonista Lily Collins nel ruolo di Emily Cooper, una giovanissima social media strategist, che da Chicago si è trasferita nella capitale francese – come è suggerito dallo stesso titolo. Creata con un’impronta alla Sex and the City – sono gli stessi sia il produttore Danner Star sia la costumista Patricia Field – la serie ci porta nel magico mondo degli influencer, tra cliché francesi e americani, tra dispetti e sogni modaioli, dove Emily Cooper cerca di giostrarsi, diventandone fin da subito una maga. A pochi giorni dall’uscita su Netflix, la serie si è posizionata al primo posto della classifica dei titoli più visti della piattaforma, ma al contempo ha fatto discutere la critica francese in primis: il critico di Le Monde Thomas Sotinel ha definito l’operazione “hate watching“, non solo per i cliché sulla cultura francese, ma anche per quell’idea che vedono l’americana stringere tra le mani il successo e diventare un’influencer affermata nel giro di una settimana.
Emily, interpretata da Lily Collins, arriva, infatti, a Parigi in sostituzione di una collega scopertasi incinta, ha un fidanzato in America ma se ne dimentica, non conosce una parola di francese (arriva a utilizzare il traduttore sonoro del suo smartphone per cominciare con alcuni clienti…): lavorerà per un anno in un’azienda che cura la comunicazione di beni di lusso per portare il “punto di vista americano“. I francesi vengono descritti (ma questo è già avvenuto in passato con film italiani, ad esempio) come persone che non arrivano in ufficio prima delle dieci: in una parola, snob. Lei da perfetta americana lavora invece dodici ore al giorno, mentre gli altri spettegolano. Tornando alle inesattezze, Le Figaro fa notare come il Café de Flore, che viene fatto passare come luogo super alla moda, “non è cool da oltre 40 anni” ma, per chi vive a Parigi, rappresenta soltanto una trappola per turisti.
Nonostante le critiche, resta però una serie che merita di essere guardata, anche solo per distrarsi e rilassarsi, in un periodo difficile per tutti: per trascorre delle semplici ore gradevoli.
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