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Lettera degli scienziati sul dopo Covid: non si scrive in questo modo al “presidente”

Un testo di esperti sul Manifesto ha temi del tutto condivisibili. Ma come si fa a usare l' "io" se firmano in 400? Il buon italiano è anche educazione civica

Lettera degli scienziati sul dopo Covid: non si scrive in questo modo al “presidente”
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26 Maggio 2020 - 16.00


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di Alessandro Agostinelli

Potrà sembrare pedante. Potrà apparire come un dettaglio marginale. Eppure l’importante articolo uscito sul Manifesto e dedicato a “400 scienziati scrivono a Conte e Mattarella per un paese sostenibile dopo Covid-19”, invita ad alcune riflessioni.

Quale Presidente?
L’articolo è in verità una lettera che comincia così: “Egregio Presidente, Voglio innanzitutto ringraziarLa per il lavoro che sta facendo e per il coraggio che ha mostrato in una situazione emergenziale”. E prosegue con una serie di ipotesi e raccomandazioni condivisibili, fino all’elenco finale della proposta in 10 punti che prevede “città verdi, energie rinnovabili, turismo sostenibile, biodiversità e restauro ambientale”, ecc.
Sono argomenti importanti che pongono questioni concrete al prossimo futuro del nostro Paese e dei nostri figli. Sono temi che condivido dal primo all’ultimo, su cui sono d’accordo e che sottoscriverei anch’io. Però chiedo: l’italiano è diventata una lingua sconosciuta?
Non so se sia una distrazione di Roberto Danovaro (presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn), estensore e primo firmatario della lettera, o soltanto dei redattori del Manifesto. Tuttavia, come si fa a scrivere in prima persona una lettera firmata da 400 scienziati? E soprattutto, come si fa a spedire una lettera pubblica al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri, mettendo in apertura genericamente “Egregio Presidente”? A chi si parla? A quale dei due? Mattarella o Conte? E le due figure e i due ruoli sono equiparabili?

La lettera, nella sua forma, è inadeguata nei confronti almeno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché non può il ruolo essere equiparato a quello del coordinatore dell’Esecutivo.
Analizzando meglio la lettera potremmo sostenere che forse l’errore di aggiungere Mattarella è stato del titolista del giornale, perché la lettera si capisce essere scritta al Presidente del Consiglio. Tuttavia l’errore di scrivere in prima persona è certamente di Danovaro.

La forma e la sostanza
Qualcuno che è arrivato a leggere fin qui dirà: ma chi se ne frega della forma; importante è la sostanza. Ecco, segnalo che la forma è sostanza. E che il tanto richiesto ripristino delle ore di educazione civica nelle scuole potrebbe cominciare da qui. È facile scagliarsi contro le fake news, l’odio veicolato dai social media, la degenerazione dei rapporti sociali… Tutte queste cose attengono alla forma.

Barthes e la scienza
Il 7 gennaio 1977 tutti avremmo dovuto essere al Collège de France. Perché tutti oggi dovrebbero conoscere cosa disse Roland Barthes in quella lezione. Disse: “La scienza è grossolana, mentre la vita è sottile. Ed è per correggere questo divario che la letteratura ci sta a cuore”. Ecco, la prossima volta il testo fatelo scrivere a uno studente di Lettere e il titolo fatelo fare a un funzionario del Comune. Forse, accanto a 400 scienziati, potrebbero dare il loro positivo contributo.

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