Delia Vaccarello, giornalista e scrittrice Lgbt contro gli oscurantismi | Culture
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Delia Vaccarello, giornalista e scrittrice Lgbt contro gli oscurantismi

Domenica 27 a Roma si ricorda la protagonista di tante battaglie. Scomparsa un mese fa, scriveva su globalist. Un premio in suo nome

Delia Vaccarello, giornalista e scrittrice Lgbt contro gli oscurantismi
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25 Ottobre 2019 - 12.36


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Oggi forse non sorprende tanto parlare dei diritti e culture lesbiche, gay, trans, bisex anche sui media. Nel 1990 Delia Vaccarello, allora trentenne, iniziò a curare per l’Unità una pagina: “Uno, due, tre … Liberi tutti”. Quella pagina implica un doppio registro che si lega alla vita, alla penna e all’azione della giornalista scomparsa a 59 anni il 27 settembre scorso a Palermo per un tumore con la quale aveva già combattuto strenuamente una prima volta e, quando pareva sconfitto, si era ripresentato nel luglio 2015.
Quella pagina, si diceva, rinata con l’Unità del 2001 dopo la prima traumatica chiusura del 2000, da un lato certificava un processo culturale di lungo periodo in corso nella sinistra e nell’organo ufficiale del Partito Comunista Italiano allora in via di mutazione; dall’altro lato quella pagina piena di storie, di vicende emblematiche, rivelavano sia l’allora giovane giornalista e poi scrittrice, sia il suo coraggio. Perché un elemento è da non sottovalutare: se ancora oggi è necessario coraggio uscire allo scoperto, allora era un’operazione davvero molto coraggiosa. Delia Vaccarello aveva coraggio, si esponeva in prima persona. Tanto più quando doveva difendere e far conoscere i diritti e le vicende altrui. Era, anche, umanamente generosa.

Al Caffè letterario di Roma
Collaboratrice anche di globalist.it, era a l’Unità anche dopo la seconda chiusura del giornale nel 2014, nell’ultima fase della testata dal giugno 2015 al giugno 2017 nonostante il male l’abbia obbligata a stare fuori dalla redazione. Per la sua carica culturale, e umana, la giornalista, scrittrice e attivista per i diritti delle persone Lgbti non viene dimenticata. L’occasione si dà domenica 27 ottobre, alle 17.30 al Caffè Letterario in via Ostiense 95 a Roma: Gaynet, Gaynews e giornaliste/i de l’Unità ricordano Delia Vaccarello nell’appuntamento “Per Delia”.
Con i giornalisti Daniela Amenta e Francesco Lepore a far da moderatori, l’incontro avrà reading di brani di Delia, immagini e testimonianze di colleghe e colleghi, familiari, amici. Come ricorda la locandina su Facebook, intervengono Concita De Gregorio, Umberto De Giovannangeli, Roberto Arduini, Silvia Garambois, Alessandro Baracchini, Alessandro Paesano, Paola Guazzo, Cristina Leo, Marilena Grassadonia, Rosario Coco, Franco Grillini. In diretta via Skype, da Milano parla Ivan Scalfarotto, sottosegretario agli Affari Esteri. Nella serata verrà istituito il Premio giornalistico alla memoria di Delia Vaccarello.

Gianni Cipriani: «Una penna al servizio delle lotte contro gli oscurantismi»
Alla serata partecipa anche Gianni Cipriani, direttore di Globalist, già giornalista dell’Unità: «A me piace ricordare Delia come giornalista impegnata nelle lotte contro l’omofobia, nelle battaglie Lgbti, ma soprattutto una giornalista. Ovvero una persona che ha caratterizzato larga parte della sua carriera professionale dando voce a persone che hanno storicamente subito discriminazioni, mettendo la penna al servizio di battaglie civili e di progresso contro gli oscurantismi che purtroppo sono sempre più presenti tra di noi». E sul lavoro per questa testata? «Sono triste e orgoglioso di sapere che Delia in Globalist ha trovato l’ultima testata sulla quale scrivere e fare le sue battaglie, dove ha scritto il suo ultimo articolo. Delia ha lavorato e si è impegnata in quello in cui credeva profondamente fino a quando le forze glielo hanno consentito. Noi non abbiamo fatto altro che darle quello spazio che lei e queste battaglie meritano».

La libertà è la libertà di tutti
Di quelle battaglie la pagina “Uno, due, tre … Liberi tutti” assumeva, nell’intestazione stessa e poi nella pratica, un principio netto: la libertà di persone omosessuali o meno è la libertà di tutti e viceversa, senza la libertà di chi è omosessuale non si dà la libertà di chi non si sente tale. Era il suo pensiero. Non è un caso che avesse una solida formazione culturale: era laureata in filosofia. E quelle pagine, dall’intestazione perfino giocosa, avevano anche un altro pregio non frequente nella stampa quotidiana: accoglievano le sfumature, disegnavano la complessità con parole chiare e attraverso vicende personali in grado di svelare discriminazioni date troppo spesso per scontate o che potevano aprire squarci di felicità.

La forza dei racconti
Infine la sua dimensione di scrittrice: a maggio aveva pubblicato il suo ultimo libro, la raccolta Desiderio. Racconti di eros, segreti, bugie (Villaggio Maori Edizioni, pp. 182, € 15, su www.villaggiomaori.it). Ebbene, ponete attenzione al mese, maggio 2019. L’autrice se ne andava a settembre. Cosa si trova in quelle pagine? Aleggia il senso della fine? Forse, come in molte opere letterarie. Ma in quei racconti emergono in primo piano potenti il desiderio, l’eros, il sesso, la vitalità e il bisogno di vivere, la conoscenza di sé e degli altri attraverso la parola e attraverso il corpo, la fisicità e il pensiero. Era Delia Vaccarello.

Leggi un brano da Desiderio. Racconti di eros, segreti, bugie 

Ciao Delia Vaccarello, sguardo potente contro ogni pregiudizio

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