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Eddy Salzano, urbanista e comunista che lottava per una città di tutti

Scomparso a 89 l’intellettuale che ancora a giugno manifestava contro le “grandi navi” a Venezia

Eddy Salzano, urbanista e comunista che lottava per una città di tutti
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24 Settembre 2019 - 13.43


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A 89 anni domenica 23 si è spento Edoardo Salzano, urbanista che considerava la città come luogo collettivo e non di speculazioni private e urbanistiche. Per l’urbanistica la sua disciplina era un mestiere concreto che si misurava con il vivere collettivo e con la politica: dal 2003 che aveva riversato la sua azione in un sito web in grado di ospitare più voci e diventato un riferimento, eddyburg. Dove eddy era il nome con cui lo conoscevano tutti, burg sta appunto per città. Salzano è morto a Venezia, dove viveva dal 1974.

Nato a Napoli nel 1930, nipote del generale Armando Diaz, a Roma dal 1952, laureato in ingegneria, maestro per generazioni di studenti, aveva fuso lo studio delle città e del vivere collettivo con un’idea della politica come servizio pubblico. Sul Manifesto l’urbanista Vezio de Lucia lo ha descritto come uomo «disinteressato alle convenienze personali, inguaribilmente ottimista» e ha ricordato il suo libro più conosciuto, Fondamenti di urbanistica: «Il primato dell’interesse comune sull’interesse del singolo è il principio da assumere come stella polare dell’urbanistica». «Fu tra i primi, più di trent’anni fa, a imporre rigorose regole urbanistiche (cancellate dalle successive amministrazioni) alla devastante penetrazione del turismo in ogni brandello dell’edilizia storica», rammenta sconsolato De Lucia aggiungendo: «la prima cosa che ci ha insegnato è che l’urbanistica è politica, senz’altra qualificazione».

Eddy Salzano ha redatto un piano sulla città storica di Venezia e uno paesaggistico della Sardegna. Ha scritto a lungo su l’Unità. Tra i suoi titoli si annoverano In Memorie di un urbanista (Corte del Fontego, 2010, Salzano), dove parlava tra l’altro del piano regolatore di Roma approvato nel 1965 e di una città in preda agli fondiari e immobiliari privati, e il saggio Urbanistica e società opulenta (Laterza, 1969).

Salzano si è sempre definito comunista. Aveva militato nel Pci. Con la compagna Ilaria negli ultimi anni era in Potere al popolo. Come ricorda De Lucia, a giugno era in sedia a rotelle. Ma non si era perso la manifestazione contro le grandi navi. I dimostranti lo hanno salutato con un applauso interminabile.

«È stato un grande urbanista e un intellettuale a tutto campo, uno dei migliori, dei più appassionati e concretamente attivi del suo tempo – ha scritto in una nota Gianfranco Bettin, scrittore e già assessore comunale a Venezia – Ha contribuito a ripensare e a difendere Venezia, e ogni bene comune, la “città come bene comune’, sia quando l’ha amministrata fino a oggi». Balzano fu assessore dal 1975 al 1985 in una giunta di sinistra nel Comune lagunare.

Mercoledì 25 settembre, alle 15, alla Ca’ Tron dell’Università IUAV di Venezia, Santa Croce 1957, ci sarà la commemorazione laica, mentre si potrà salutare Eddy Salzano dalle 12 alle 14 alla camera ardente dell’ospedale civile di Venezia. Chi gli è vicino raccomanda di non lasciare fiori ma, chi lo desidera, può fare una donazione all’Associazione eddyburg (bonifico su c/c IBAN IT03N0501812101000012375168).

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