Macerata: come smontare il razzismo quotidiano e istituzionale | Culture
Top

Macerata: come smontare il razzismo quotidiano e istituzionale

Nella città di Traini l’università chiama esperti a un confronto sul nesso "immigrazione-razzismi-convivenza". Ne scrive la storica del pensiero politico Paola Persano

Macerata: come smontare il razzismo quotidiano e istituzionale
Preroll

redazione Modifica articolo

4 Giugno 2019 - 11.35


ATF

Macerata, il 3 febbraio 2018, salì tristemente nei gradini più alti della cronaca e della politica italiana perché Luca Traini sparò per strada ai neri dopo la morte di Pamela. Soltanto la sua scarsa perizia di tiratore ha impedito che ci fossero uno o più morti. Ma quel crimine contro persone dalla pelle scura ha segnato un culmine, un punto di svolta e ha inciso nelle elezioni nazionali di un anno fa. Traini, tanto per ricordarlo, si candidò localmente per la Lega senza ottenere molti voti.
Il 12 e 13 giugno l’Università della città marchigiana con la Società italiana di antropologia culturale – Siac tiene il convegno “”Le metamorfosi dei razzismi. Discriminazioni istituzionali, linguaggi pubblici e senso comune”. Dalla docente di storia del pensiero politico nell’ateneo maceratese Paola Persano, del comitato scientifico, riceviamo questo articolo dal titolo “Sciogliere nessi, intrecciare legami. Sui razzismi in Italia oggi” che qui pubblichiamo.

Paola Persano: disarticolare il nesso “immigrazione-criminalità-razzismo”

I “fatti” di Macerata, culminati nell’aggressione razzista del 3 febbraio 2018, hanno ridisegnato irreversibilmente il panorama politico-istituzionale nazionale e veicolato la sovraesposizione nel dibattito pubblico del nesso “immigrazione-criminalità-razzismo”, sia da parte di chi ha condannato e condanna l’accaduto, sia da parte di chi ne ha più o meno apertamente giustificato e ancora ne giustifica le ragioni.

Il convegno “Le metamorfosi dei razzismi. Discriminazioni istituzionali, linguaggi pubblici e senso comune”, che si svolgerà proprio a Macerata il 12 e 13 giugno prossimi, è l’esito ultimo ma non finale di un confronto e di uno sforzo progettuale avviato da un anno a questa parte da un gruppo di docenti dell’Università di Macerata – in dialogo con colleghe e colleghi di altre università e con numerose realtà sociali coinvolte – intorno ai fenomeni migratori contemporanei e al loro impatto sui meccanismi di integrazione economica e sociale, culturale e politica, nonché sulle forme dell’appartenenza collettiva, sui linguaggi pubblici e le rappresentazioni diffuse, e sul volto complessivo delle istituzioni giuridiche e politiche del nostro Paese, oggi e nella sua storia più recente.

Scopo essenziale di questo lungo confronto è di disarticolare il nesso “immigrazione-criminalità-razzismo”, per provare a decifrare il processo di crescente e pervasiva normalizzazione del razzismo quotidiano e di quello ‘istituzionale’ nel cuore dell’Europa, dove si moltiplicano gli ostacoli burocratici per l’accesso ai servizi di sostegno e integrazione sociale destinati agli immigrati già presenti, e si chiudono le frontiere agli altri, profughi inclusi, fino agli esiti estremi del rifiuto di salvataggio in mare.

Nelle due giornate di lavoro comune fra studiose e studiosi, studenti, operatrici/tori sul campo e cittadinanza, si discuterà di razzismo e antirazzismo, città, lavoro, sanità, scuola, media, discriminazioni istituzionali e politiche pubbliche, memorie dei razzismi e sguardi che ‘razzializzano’.
Il tutto intrecciando fra loro decine di ricerche e voci critiche che hanno deciso di darsi appuntamento – significativamente – a Macerata per cercare di sottrarre un tema complesso alle troppe banalizzazioni del presente.

Il sito del convegno

Native

Articoli correlati