Crollo dei Maya e ambiente, ecco perché sono collegati

Un lungo periodo di siccità ha influenzato il destino della civiltà dei Maya: lo dimostra uno studio guidato dall'Università di Cambridge.

Fonte: sapere.it
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27 Agosto 2025 - 15.43


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Era tra il IX e il X secolo d.C. quando avvenne il crollo della civiltà dei Maya. Una data non casuale perché, proprio in quel periodo, la siccità durò per 13 anni consecutivi. A rivelarlo è un gruppo di ricerca internazionale guidato dall’Università di Cambridge che ha scoperto una composizione chimica di una stalagmite proveniente da una grotta nello Yucatàn. La rivista “Science Advances” ha pubblicato i risultati dello studio.

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È stata l’analisi degli isotopi di ossigeno nella stalagmite a favorire la comprensione dei livelli di precipitazione tra l’871 e il 1021 d.C., quando ci fu il collasso dei Maya.

Daniel H. James, primo autore dello studio, racconta: “Conoscere la media annuale delle precipitazioni non è così significativo quanto conoscere le caratteristiche di ogni singola stagione delle piogge”.

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E aggiunge: “Essere in grado di isolare la stagione delle piogge ci permette di tracciare con precisione la durata della siccità nella stagione delle piogge, che è ciò che determina il successo o il fallimento delle colture”.

Sono 8 i periodi di siccità verificatisi tra l’871 e il 1021 d.C., durati almeno 3 anni ciascuno, mentre sarebbe durata 13 anni la siccità più lunga, influenzando notevolmente la civiltà dei Maya soprattutto per le loro tecniche di utilizzo dell’acqua.

Un lungo periodo di condizioni ambientali avverse che ha cambiato il destino della civiltà dei Maya. Infatti, questi nuovi dati coincidono con le testimonianze storiche e archeologiche dei Maya che hanno subito un forte declino durante questo periodo di siccità.

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