Verso il conclave: tra luci e ombre ecco i pronostici sui più papabili

Si inizia il 7 maggio con la messa votiva ‘pro eligendo Pontefice’. Il primo giro di votazioni sarà alle 16:30 dello stesso giorno.

Verso il conclave: tra luci e ombre ecco i pronostici sui più papabili
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Agostino Forgione Modifica articolo

4 Maggio 2025 - 11.24


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Il comignolo delle fumate è stato montato sulla Cappella Sistina e i lavori presso la sede di Santa Marta, dove alloggeranno i cardinali durante il conclave, sono quasi ultimati.  In uno degli ultimi annunci il direttore della sala stampa vaticana ha affermato che la loro ultimazione è prevista per la giornata di lunedì 5 maggio. Parole che rimarcano come le elezioni del nuovo Pontefice di Roma stiano entrando nel vivo, sebbene i cardinali abbiano affermato di aver “bisogno di tempo”.

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All’uscita della congregazione tenutasi ieri, infatti, questi hanno lasciato intendere ai giornalisti che non esiste ancora una figura condivisa da una buona maggioranza degli elettori. Proprio per tali ragioni, dunque, lunedì 5 il tempo di confronto raddoppierà, con due congregazioni in agenda, una di mattina alle 9 e una nel pomeriggio alle 17. Due cardinali non sono però ancora arrivati a Roma, sebbene non abbiano comunicato la loro assenza, facendo rimanere inalterato il numero degli elettori, pari a 133.

Si tratta di un conclave non esente da colpi di scena e gialli. A suscitare più clamore è stato in primis il ritiro di Becciu, condannato in primo grado per peculato e truffa dal tribunale vaticano. Oltre a ciò gli sono stati comminati cinque anni e sei mesi di reclusione, 8mila euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per tale ragione Papa Francesco aveva già chiesto venisse spogliato dai diritti cardinalizi e firmato un documento, datato allo scorso marzo, in cui chiedeva venisse escluso dal conclave.

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C’è poi il curioso caso del cardinale del Burkina Faso Philippe Ouedraogo, che pare abbia operato una variazione anagrafica “ringiovanendo” di undici mesi per poter essere eleggibile. La Santa Sede non si è ancora espressa in merito. Parimente ha fatto John Njue, la cui nascita è passata da un generico 1944 al più preciso 1° gennaio 1946. Quest’ultimo, tuttavia, non parteciperà comunque al conclave per motivi di salute.

Alla luce di ciò e di quanto intercorso dalla morte di Francesco a oggi, ecco i nomi dei cardinali più papabili.

In primo luogo c’è Pietro Parolin, 70 anni originario di Schiavon, nel vicentino. Secondo i pronostici potrebbe segnare il ritorno di un papa italiano dopo tre pontificati. Ex segretario di Stato durante il pontificato di Francesco, Parolin è considerato particolarmente affine alla visione di quest’ultimo, pur distinguendosi per un approccio più moderato maturato grazie alla lunga esperienza negli ambienti diplomatici vaticani. « La Chiesa è aperta e attenta ai segni dei tempi, ma deve essere fedele al Vangelo», ha dichiarato riguardo alla possibilità di benedire le coppie omosessuali.

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C’è poi Luis Antonio Tagle, 67 anni, progressista assai vicino ai giovani tanto da avere ben 600mila follower sui social. Fu scelto da Francesco per guidare l’Ufficio per l’evangelizzazione missionaria del Vaticano. Gesuita dalle idee progressiste, Tagle ha più volte sostenuto la necessità di avvicinare alla fede sia i divorziati che i membri della comunità LGBTQ+, pur mantenendo una posizione fermamente contraria all’aborto e alla contraccezione.

Le quotazioni dei bookmakers, sebbene in Italia sia illegale scommettere sulle elezioni del pontefice, danno in risalita Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini con 60 anni compiuti da poco. Originario della provincia di Bergamo, nel 2004 Pizzaballa ha assunto la carica di Custode di Terra Santa, un ruolo che ha ricoperto per tredici anni e che gli ha permesso di diventare una delle figure più influenti della Chiesa nel panorama mediorientale. Nel 2014 ha organizzato un incontro storico tra Papa Francesco, l’allora presidente israeliano Shimon Peres e il leader palestinese Abu Mazen, dimostrando capacità di mediazione in contesti delicati.

Altro italiano favorito è Matteo Zuppi, 67 anni romano di origine e arcivescovo di Bologna. Presidente della Conferenza episcopale italiana dal 2022, Zuppi è stato incaricato da Papa Francesco di rappresentare la Santa Sede nei dialoghi tra Kiev e Mosca sin dallo scoppio del conflitto in Ucraina, incontrando sia Zelensky che il consigliere per la politica estera russa, Ushakov. Da sempre si è dimostrato vicino ai migranti ed è passato alla cronaca per aver affermato “E’ il 25 aprile, è la festa della Liberazione, ricordiamolo!” quando, lo stesso giorno, dei giornalisti gli posero domande sul papa e sul conclave.

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In forte attrito alla visione di Francesco è alle sue indicazioni c’è Fridolin Ambongo Besungu, frate cappuccino 65enne cardinale della diocesi di Kinshasa, in Congo. Impegnato profondamente nell’ortodossia cattolica, Besungu è considerato il principale punto di riferimento della Chiesa africana. Strenuo difensore delle tradizioni, ha espresso una netta opposizione alle direttive di Papa Francesco sulla benedizione delle coppie omosessuali, confermando così il suo impegno nel preservare i precetti della dottrina.

Grande favorito da Trump è Timothy Dolan, 75 anni e arcivescovo di New York. Considerato una delle figure più autorevoli del cattolicesimo americano, Dolan ha guidato per tre anni la Conferenza episcopale degli Stati Uniti e ha partecipato al conclave del 2013 che portò all’elezione di Francesco. In una recente intervista ha espresso il desiderio di una futura guida della Chiesa che mantenga l’approccio pastorale di Bergoglio ma che al contempo garantisca una maggiore chiarezza dottrinale.

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