Giovani elettori e il peso della disillusione - lo scontro generazionale nella corsa alle presidenziali

Mentre i democratici tentano di preservare il legame con la gioventù, Trump cattura frammenti crescenti della generazione Z, attratto da nuove narrazioni sull’economia e il futuro geopolitico, in uno scenario frastagliato

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5 Novembre 2024 - 23.26


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Nelle dinamiche elettorali odierne, il peso della disillusione che grava sull’elettorato giovane degli Stati Uniti si fa sempre più manifesto, mentre l’arena politica si riorganizza attorno ai poli opposti incarnati da Donald Trump e Kamala Harris, gli animi della Generazione Z, assuefatti a una realtà in cui il conflitto tra urgenza economica e tensioni ideologiche è inesorabile, si trovano trascinati da correnti divergenti che minano la loro appartenenza al tessuto partitico tradizionale; questa fascia generazionale, tradizionalmente vicina ai democratici, sembra ora oscillare tra un crescente scetticismo e una spinta verso le più tipiche istanze pragmatiche americane che sfidano i paradigmi politici apparentemente consolidati.

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Da un lato, il campione repubblicano Vivek Ramaswamy interpreta le ansie di questa nuova generazione come sintomatiche di una frustrazione verso il coinvolgimento militare estero, il dramma della precarietà abitativa e il ristagno dei salari, elementi che assumono il profilo di un disagio trasversale, con accenti inediti. Ramaswamy si fa così interprete di un racconto che vede il giovane elettorato allontanarsi dai Democratici, attratto dalle promesse repubblicane di preservare una neutralità strategica, ridurre l’inflazione e dare nuovo vigore all’economia nazionale. Lungi dall’essere marginali, questi temi divengono per la Generazione Z punti cardine che alimentano una retorica incendiaria di Trump con la potenziale capacità di scardinare anche le appartenenze politiche.

Dall’altro lato, i democratici si trovano di fronte a una sfida che pone la Harris di fronte alla scelta tra pragmatismo e idealismo in un momento in cui l’economia americana sperimenta una consolidata espansione e dove l’amministrazione democratica può vantare una crescita del PIL e un aumento dei salari oltre il tasso di inflazione, i giovani si dimostrano restii a identificarsi con i traguardi economici ufficiali. Essi percepiscono la narrazione economica come un vessillo che non abbraccia appieno le loro inquietudini profonde: il cambiamento climatico, la regolamentazione delle armi e la giustizia sociale appaiono come temi inevitabili e strettamente legati a un’identità collettiva che guarda al futuro con trepidazione.

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L’attuale sostegno di Biden alla gestione del conflitto tra Israele e Hamas, amplifica il senso di delusione tra i giovani elettori progressisti, una disillusione che si fonde con il disincanto per ciò che percepiscono come una resa politica agli interessi bellici e corporativi che diviene emblematico di una generazione che, pur mantenendo una preponderanza di preferenza verso i democratici rispetto a Trump, non sembra più in grado di accettare la leadership come portatrice di quei valori in cui riponevano il proprio ethos.

In un recente studio dell’Harvard Youth Poll, i giovani hanno infatti espresso una percezione del paese come “sul cammino sbagliato”, e solo una minoranza esigua (9%) si dice fiduciosa nel futuro della nazione.

Gli interrogativi sul destino delle istituzioni democratiche non fanno che aggiungere ombre su un quadro elettorale in cui il sostegno al presidente appare condizionato da una rete di sentimenti ambivalenti, che potrebbero compromettere l’affluenza alle urne dei giovani elettori.

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