Il Canale di Suez: dal primo attraversamento alla paura di oggi

La prima nave transitò il 17 febbraio 1867, esattamente 157 anni fa. Adesso quel passaggio è un’arma puntata contro le potenze economiche dell’Occidente e dell’Oriente che non riescono a disinnescare le atrocità nel Medio Oriente.

Il Canale di Suez: dal primo attraversamento alla paura di oggi
Il Canale di Suez
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Marcello Cecconi Modifica articolo

17 Febbraio 2024 - 17.41


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Quel Canale, dove transitò la prima nave il 17 febbraio 1867, esattamente 157 anni fa, oggi non turba solo i sonni di molti diplomatici che non sanno più che pesci pigliare di fronte alle guerre “piccole e circoscritte” che nell’era della globalizzazione e dell’informazione pret-a-porter, diventano “grandi ed estese”. Il Canale di Suez turba i sonni di tutti, anche di coloro che appena vedono in tv le inquietanti e reali macerie e sofferenze di Gaza pigiano il telecomando per scegliere il più rasserenante ma virtuale reality.

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Difficile volgergli le spalle perché la “tassa Mar Rosso”, come oggi viene chiamato l’aggravio economico per i trasporti che devono evitare il Canale, colpisce i nostri produttori esportatori, ma non risparmia nessuno. C’è da tenere d’occhio le pompe di benzina e tra i beni più a rischio ci sono anche quelli alimentari e, come conferma Coldiretti, frutta fresca, pomodori, vino, pasta, formaggi, grano, caffè, olio di palma, carne di maiale e spezie. Per non parlare dell’elettronica, dell’arredo fino alla componentistica auto.

È la durata del conflitto in Medio Oriente che rende ancora più sensibile una ricaduta sui prezzi di tutti i giorni. La difficoltà degli “influencer” geopolitici nel leggere le implicazioni di queste guerre identitarie e/o di sopravvivenza ne allunga i tempi. Ciò facilita l’aumento dei prezzi e le occasioni di sciacallaggio commerciale, oltre a morti, feriti, sofferenze, distruzioni e spostamenti di massa, che verrebbe di chiamarli “transumanze”, per come le persone sono costrette in percorsi disumani come mandrie.

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Impossibile frenare la salita dei prezzi visto che il costo per trasportare un container “tipico” da Shanghai a Genova è quasi quadruplicato e da novembre a oggi, il costo è passato da 1.400 a 6.300 dollari. La rinuncia all’attraversamento del Canale di Suez obbliga la circumnavigazione dell’Africa che comporta ritardi di almeno 15 giorni e maggiori costi di navigazione.

Come nacque il canale

I tentativi di tagliare l’istmo di Suez vengono da lontano, già ingegneri veneziani l’avevano progettato per gli ottomani che per varie vicissitudini ci rinunciarono. Anche Napoleone Bonaparte ci pensò ma fu il nipote, Napoleone III, ad autorizzare la Compagnia universale del Canale di Suez nel 1856, che si affidò per la progettazione all’ingegnere italiano Luigi Negrelli, nato in Tirolo, nel 1799, quando era ancora austriaco.

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Il 17 febbraio 1867 ci fu la prova con la prima nave che attraversava il canale mentre l’inaugurazione ufficiale sarebbe avvenuta quasi due anni dopo, il 17 novembre del 1869. Allora il canale misurava 164 km di lunghezza, 8 m di profondità, 52 m di larghezza e consentiva il transito di navi con pescaggio massimo di 6,7 m. Successivamente, nel 2010 fu portato a 193,30 km di lunghezza, 24 m di profondità, 205/225 metri di larghezza e consente il transito di navi con pescaggio massimo di 20,12 m.

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