Grok: è giusto che l’AI di Musk risponda sarcasticamente?

Per ora è riservata agli utenti premium americani di X, ma le risposte maliziose di Grok potrebbero minare i più fragili.

Grok: è giusto che l’AI di Musk risponda sarcasticamente?
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Agostino Forgione Modifica articolo

13 Novembre 2023 - 16.26


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Si chiama Grok ed è la nuova intelligenza artificiale targata xAI, l’impresa fondata da Elon Musk qualche mese fa col fine di creare un’AI che non minacci l’uomo. Proprio il patron di Tesla, infatti, ha più e più volte sottolineato come l’intelligenza artificiale possa rappresentare un grave pericolo per l’umanità. Ripetute affermazioni come quella secondo cui per la prima volta potremmo trovarci a che fare con qualcosa di più “intelligente” di noi, tanto da poter produrre “profondi rischi per la società e l’umanità”, sintetizzano la posizione del miliardario sudafricano. Tesi che lo hanno portato a rimarcare come la legislazione di tale fenomeno debba avere natura proattiva anziché reattiva, ergo bisogna regolamentare prima che accadano spiacevoli episodi.

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Cosa c’entra tutto ciò con Grok? Forse nulla, ma in questi giorni una domanda ha continuato a ronzarmi in testa. Come mai, considerate le posizioni di Musk in materia, il suo modello linguistico ha la caratteristica peculiare di fare un largo ricorso di ironia e sarcasmo? Già, Grok è infatti caratterizzato dal fornire risposte taglienti e sardoniche, qualcosa del tutto inedito e anzi antitetico a quanto fanno i chatbot attualmente più diffusi come ChatGPT o Bard, marcatamente accondiscendenti e remissivi. L’esempio è fornito da Musk stesso nel corso della presentazione del suo nuovo progetto, in cui Grok ha restituito (goliardicamente) la risposta a come preparare della cocaina in casa. Nota a margine, il messaggio si concludeva affermando  che tutto ciò fosse uno scherzo.

Le parole hanno tuttavia un peso, e considerato che l’etimologia di “sarcasmo” sia “lacerare le carni”, qualifica testualmente attribuita da Musk alla sua nuova creatura, viene da chiedersi se ciò non sia in contrasto con le sue affermazioni. La domanda che mi sono posto è, dunque, se una AI con tali caratteristiche sia un bene per l’umanità o se invece non sia preferibile la remissività di ChatGPT. Il punto è che a qualcuno mediamente istruito, e anche a me, le beffarde risposte di Grok possono di sicuro strappare un sorriso, ma ho il dubbio che non tutti possano coglierne la maliziosità.

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Va sottolineato che per ora Grok è ancora confinato agli Stati Uniti e accessibile unicamente agli utenti premium di X, ma ciò non toglie che sia lecito domandarsi se un’intelligenza artificiale con tali caratteristiche, per quanto espressamente dichiarate, non possa rappresentare una minaccia per qualcuno. Per carità, allo stato attuale delle facoltà critiche sono fondamentali per l’uso di qualsivoglia modello linguistico, ma non c’è nulla che scremi l’accesso a tali tecnologie. Come purtroppo è noto, le capacità di comprensione del testo possono essere molto basse, soprattutto in determinati gruppi sociali: è eticamente giusto sviluppare una tecnologia che potrebbe danneggiarli? Musk di certo non è un maestro in coerenza e questa volta la contraddizione è evidente più del solito.

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