"Patriottismo"

Patriottismo e nazionalismo hanno la patria come comune denominatore, ma allo stesso tempo c'è un’enorme differenza: il patriota morirebbe per essa, il nazionalista ucciderebbe

"Patriottismo"
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redazione Modifica articolo

2 Novembre 2022 - 12.49


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di Giuseppe Castellino

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Chi è il patriota? “Sentimento di amore, obbedienza e devozione verso la patria”. E se vogliamo sviscerare la parola ancora più profondamente e cerchiamo la parola patria, troviamo che viene dal latino e significa “la terra dei padri”: così è definito dalla Treccani.

Quello che anima il patriota è, dunque, un amore incondizionato per la propria patria. Qualche esempio? Giuseppe Mazzini che, guada caso, essendolo, già metteva in guardia chi associava il patriottismo al nazionalismo che va tanto di moda in questo periodo. Da Trump in poi, questa onda d’urto è stata così forte da investire anche noi. Perché quindi associare i due termini è sbagliato? Perché il nazionalismo, sempre secondo la Treccani, è l’insieme di dottrine e movimenti che mettono al centro l’idea di nazione, spesso presentata come una nazione oppressa, ma che è superiore e quindi deve ribellarsi.

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Ecco, quindi, che patriottismo e nazionalismo hanno la patria come comune denominatore, ma allo stesso tempo con un’enorme differenza: il patriota morirebbe per la propria patria; il nazionalista ucciderebbe per essa. Il patriottismo è un sentimento nobile, potenzialmente presente in ogni cittadino indipendente dal credo politico. Il nazionalista invece vede la propria nazione come superiore agli altri, cerca un nemico contro cui riversare la sua politica aggressiva. Nel secolo scorso lo spartiacque furono i totalitarismi degli anni Venti con il nazifascismo in testa, la teoria della superiorità della razza e il mantra spesso ripetuto che i vincitori della Prima guerra mondiale hanno umiliato i vinti.

Arrivando ai giorni nostri possiamo trovare un evento preciso in cui la parola patriottismo è stata nuovamente inglobata nel lessico dei nazionalisti di destra: l’elezione di Donald J. Trump come 45° presidente degli Stati Uniti d’America nel 2017. Durante la sua campagna con toni spesso accesi Trump si è spesso riferito ai suoi elettori come dei veri patrioti, a tal punto che si sono formati in modo più o meno spontaneo gruppi di persone con il nome di Proud Patriots. Parte di questa frangia dell’elettorato è la stessa che il 6 gennaio 2021 assaltò Capitol Hill (la sede del governo e del parlamento americano). Dal 2017 quindi i continui riferimenti al patriottismo hanno avuto soprattutto l’intento di fidelizzare il proprio elettorato. Dal Paese a stelle e strisce questo tipo di linguaggio è arrivato anche in Europa tra i vari partiti di destra: Fratelli d’Italia, Alternative für Deutschland, Rassemblement National.

Per concludere, in questi anni una certa parte politica si è appropriata del termine patriottismo portandolo a un livello di significato che non gli appartiene. Certo è che il patriottismo è un sentimento trasversale e non lo si può usare solo come etichetta di una certa frangia politica.

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