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Parodi: Lockdown? La libreria diventa un viaggio per mondi proibiti

Un libraio racconta cosa è accaduto in primavera a “L’amico ritrovato” di Genova. Lo scrive per globalist in occasione del “Book Pride”, la fiera dell’editoria indipendente

Parodi: Lockdown? La libreria diventa un viaggio per mondi proibiti
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22 Ottobre 2020 - 10.36


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Come le librerie indipendenti, e i loro affezionati frequentatori, hanno risposto al lockdown da covid in primavera e in che modo si è rafforzata una piccola – forte comunità intorno a quei luoghi magici. Ne scrive per noi appassionatamente Marco Parodi, libraio dell’Amico ritrovato di Genova, in occasione del Book Pride 2020: la fiera nazionale dell’editoria indipendente diretta dallo Giorgio Vasta torna da oggi 22 ottobre fino a domenica 25 su una piattaforma interattiva, “Book Pride Link”.
La manifestazione si dipana tra tavole rotonde con scrittori, fumettisti, editori, intellettuali, artisti e studiosi, reading, con una settantina di editori, ognuno con un suo stand virtuale, e 180 librerie indipendenti da tutta Italia. Il titolo di questa edizione particolare è “Leggere i Venti”, l’obiettivo è trovarsi, anche con incontri e letture in presenza presso i librai, e promuovere la lettura e lo scambio di idee. Sotto trovate i link.

Marco Parodi: la libreria è il passaporto per nuovi mondi *

Chiunque ami i libri lo sa, le librerie sono luoghi magici. Ma la verità è che non sempre è così, perché prima dell’apertura, le librerie sono come bolle sospese nel tempo e nello spazio: quando si entra per avviare i computer e fare i preparativi per l’apertura si viene accolti dal profumo dei libri e da un silenzio avvolgente, ed è come ascoltare il respiro quieto di una persona addormentata. La magia si avvera solo quando le saracinesche si alzano, gli scaffali vengono inondati dalla luce esterna e i primi lettori fanno capolino alla ricerca di nuove promesse, del testo introvabile, di quel rettangolo di carta e inchiostro che potrebbe cambiargli la giornata o il modo stesso di vedere le cose. È allora che il cuore della libreria riprende a pulsare con vigore. Durante il lockdown della scorsa primavera, la libreria si era come trasformata nella Bella Addormentata: chi di noi abitava vicino poteva raggiungerla, entrare e ripetere le solite operazioni pre-apertura, ma il sortilegio che la incatenava non poteva essere spezzato. Lo smarrimento era grande, per tutti: sugli scaffali diversi erano i titoli che in tempi diversi avevano raccontato di epidemie, di città improvvisamente svuotate, di separazioni forzate, ma… davvero poteva succedere nella vita di tutti i giorni? Poteva succedere e nessuna lettura ci aveva preparato ad affrontarlo.

Dopo lo sgomento iniziale abbiamo capito che l’unico modo per continuare a essere librai era “smaterializzarci”: sono iniziati così i contatti via mail, le consegne a domicilio, le chiacchiere e i consigli a distanza. Difficile nascondere che qualche timore c’era: il commercio digitale sembrava appannaggio quasi esclusivo di altre realtà, ma il libro è qualcosa di unico, è un concentrato di vite, emozioni, storie… e quale algoritmo, per quanto preciso e sviluppato, può essere in grado di capire, trattare e trasmettere qualcosa di così potente? Così la libreria invece di rimanere schiacciata dal confronto ha acquisito nuove dimensioni: è diventata agenzia di viaggio, perché il libro era il passaporto per nuovi mondi e per viaggi in quel momento proibiti; è diventata parte della famiglia, perché potevamo unire affetti lontani, consegnando i rispettivi libri pensati come dono in attesa del momento di riabbracciarsi di persona; è divenuta farmacia dell’anima, perché con il libro giusto potevamo prenderci cura delle emozioni dei nostri lettori, ed è diventata palcoscenico di teatro, perché, come un prestigiatore ti lascia a bocca aperta quando estrae un coniglio dal cilindro, così noi potevamo stupire con l’invio di un libro a sorpresa. Fino a quando…

“Siamo i primi a ripartire!” Queste le parole che in diverse varianti continuavano a rimbalzare come impazzite sulla chat di gruppo: da metà marzo aspettavamo il momento, e adesso? Adesso dovevamo capire cosa volesse dire essere librai al tempo del Covid, lavorare in presenza in libreria con tutte le normative di sicurezza, tanto per i clienti quanto per noi. Ma i primi giorni, ancora con un orario ridotto, la fila disciplinata all’ingresso ci ha riempito di soddisfazione, così come l’orgoglio di offrire un servizio comunque essenziale per una comunità. E poi c’è stata la gioia di tornare a scegliere i libri di persona, perché nella scelta del libro il contatto fisico è fondamentale; le presentazioni in libreria, ma a distanza; il calendario delle uscite stravolto rispetto a quanto previsto; i tempi della distribuzione inizialmente incerti; la tendenza a prepararsi per tempo con una scorta di libri ad ogni accenno di risalita del contagio…

Oggi, a distanza di qualche mese, qualsiasi cosa ci aspetti nei prossimi tempi, noi ci siamo già passati e siamo pronti a resistere, a cambiare e a riorganizzarci ancora, per non far mancare mai un libro a chi, per passione o per necessità, lo sta aspettando.

* libraio de L’amico ritrovato di Genova

Il sito di Book Pride Link 2020

Il sito della libreria L’amico ritrovato

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