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Viareggio rievoca quando Mina cantò alla Bussola e la polizia sparò ai manifestanti

L’ultimo dell’anno del 1969 la cantante si esibì nel locale e fuori Soriano Ceccanti di Lotta Continua finiva sulla sedia a rotelle per uno sparo. Con una ciclopasseggiata il Festival del viaggio fa rivivere quella e altre vicende

Viareggio rievoca quando Mina cantò alla Bussola e la polizia sparò ai manifestanti
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23 Settembre 2020 - 00.58


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di Cristina Tosto

Il 23 agosto scorso Mina ha compiuto 80 anni. Ad oggi sono più gli anni che è fuori dalla scena pubblica di quanti siano gli anni in cui ha calcato i palcoscenici dei club, dei teatri e della tv. L’ultima sua apparizione, infatti, è stata nel 1978 alla Bussola di Focette, in Versilia. Dopo quell’esibizione Mina è “scomparsa” fisicamente, continuando però a incidere musica.
La quindicesima edizione del Festival del Viaggio, dal 24 al 26 settembre a Viareggio, rende omaggio a Mina, ma in una maniera originale. Il direttore del festival, lo scrittore e firma di globalist.it Alessandro Agostinelli, ha invitato un esperto di musica pop, Riccardo Ventrella, e l’ex-consigliere Rai ed ex-sessantottino Guelfo Guelfi a salire sopra un risciò e, pedalando da Viareggio fino alla Bussola, raccontare ai ciclisti appassionati di storie vintage la carriera di Mina che cominciò proprio nel 1958, per puro caso, a cantare canzoni alla Bussola.

Il famoso locale di Sergio Bernardini è stata la casa della cantante, qui lei ha iniziato e qui ha concluso la sua carriera dal vivo: venti anni di successi incredibili. L’ultima apparizione furono i concerti del 1978 per l’incisione del suo ultimo album live.
Ma la storia di Mina alla Bussola e della grande scuola della musica leggera italiana si intrecciano anche con le contestazioni sessantottesche. L’ultimo dell’anno del 1969, mentre le signore in pelliccia e i signori in smoking entravano nel locale versiliese per il veglione di fine anno, un centinaio di militanti di Lotta Continua, arrivati dalla vicina Pisa, andarono a tirare le uova all’ingresso e a manifestare contro le cosiddette “feste dei padroni”. La situazione precipitò nella violenza perché le forze dell’ordine intervennero sparando e un ragazzo di 17 anni, Soriano Ceccanti, rimase colpito e, dopo che gli fu salvata la vita, fu comunque costretto alla sedia a rotelle.

Lo spirito di questa ciclopasseggiata del Festival del Viaggio non ha nessun atteggiamento conciliatorio o consolatorio, ma vuole soltanto raccontare come la provincia italiana sia da sempre dentro l’attualità del nostro Paese e di come, in questo caso la Versilia, abbia determinato in larga parte il successo di tanti artisti e sia stata attraversata dalla cronaca politica più dura.
Lo scopo di questa ciclopasseggiata è piuttosto quella di far vivere a chi partecipa un’esperienza dal vero, in modo che possa assaporare fatti storici e identitari di un territorio. In una formula si tratta di “turismo esperienziale”, di cui il Festival del Viaggio è uno dei maggiori promotori fin dalla sua origine nel 2006, essendo la prima manifestazione italiana nata su questo tema.

Dopo aver visto saltare l’edizione fiorentina e quella palermitana gli organizzatori hanno voluto mantenere almeno gli appuntamenti versiliesi, organizzati in collaborazione con Comune di Viareggio, Toscana Promozione Turistica e Regione Toscana. L’ultimo fine settimana di settembre si prospetta ricco di iniziative, con un programma che, nel rispetto di tutte le norme anti-Covid, invita a un ripensamento profondo del senso e dei modi del viaggiare.
Il programma del Festival 2020 si muove lungo le strade di Viareggio. Tra le prime città di villeggiatura in Europa, capitale marittima del Liberty, dove si inventa la balneazione e dove nasce il primo stabilimento balneare al mondo. Finalmente, non siamo invitati a un viaggio che consuma chilometri, bruciando le tappe. La rotta volge verso la profondità storica, culturale, che si percorre a piedi o in bicicletta, scalzi o sulle ali del sogno.

Per il programma completo del festival clicca qui

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