Otto marzo, tra speranze e manifestazioni continua la lotta delle donne

Dalla politica alle associazioni, le voci per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne.

Otto marzo, tra speranze e manifestazioni continua la lotta delle donne
Fonte: Il Corriere Roma
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8 Marzo 2025 - 16.32


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In occasione della Giornata internazionale della donna, questa mattina sono state molte le figure istituzionali che hanno espresso vicinanza alla lotta alla parità femminile; primo fra tutti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha rivolto “un saluto e un pensiero di gratitudine a tutte le italiane e a tutte le donne che lavorano in Italia e contribuiscono al benessere nazionale”. Il presidente, riferendosi al grande problema della violenza di genere in Italia, ha ricordando che: “Particolare attenzione va ancora risposta nel fronteggiare la piaga – vergognosa e inaccettabile – della violenza contro le donne. Ogni femminicidio, ogni discriminazione, ogni maltrattamento, sono un’aggressione all’intera società”.

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Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa a riguardo della parità di genere, affermando: “Parità significa assicurare a tutte le donne le condizioni per realizzarsi pienamente, senza sacrificare né il lavoro né la vita familiare. Continueremo a lavorare per creare le opportunità che permettano a ogni donna di esprimere il proprio potenziale al massimo, senza limiti e senza barriere”.

Alcune associazioni nazionali hanno, invece, manifestato e intrapreso azioni di protesta. Non Una Di Meno, infatti, ha indetto uno sciopero “transfemminista, dal lavoro produttivo e riproduttivo, dai consumi, dai ruoli imposti dal genere”, che riguarderà “i settori più precari e meno tutelati, per cui il lavoro si estende sulle 24 ore e sui 7 giorni, a partire dal lavoro di cura: il welfare si sta reggendo sempre di più sul lavoro privato e sottopagato di badanti e colf, innanzitutto migranti, e sul lavoro gratuito di donne e soggetti femminilizzati nelle case”.

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L’intento, come dichiarato dall’associazione, è quello di “estendere lo sciopero alle categorie e alle condizioni che ne sono formalmente escluse, e dare voce al lavoro povero, sommerso, informale, gratuito, insieme alle forme ibride di formazione/lavoro. Lo sciopero dei consumi, inoltre, intreccerà forme di blocco e boicottaggio delle filiere di finanziamento della guerra e del genocidio”.

A Roma, il corteo è partito alle 10:00 di questa mattina da piazza Vittorio Emanuele, proseguendo poi per le strade della capitale e colorandole con fumogeni viola e fucsia, bandiere della pace e della Palestina, e cartelloni con le scritte come: “Stanca di vivere nella paura, non resta che rabbia”; “Siete fortunati che vogliamo uguaglianza e non vendetta”; o anche “Cuori accesi e fasci appesi”.

Alle ore 17:00 di questo pomeriggio, ci sarà un concentramento a Largo Argentina “con artiste e lavoratorə del mondo dello spettacolo e della cultura e di Teatro di Roma, colpitə in modo sempre più violento da privatizzazioni e precarizzazione del lavoro”. La mobilitazione è stata chiamata attraverso un appello che chiede la partecipazione alle rimostranze “contro il governo Meloni e l’asse dei governi ultrareazionari che trasformano in target le persone migranti, povere, trans, disabili, le femministe e chi ricorre all’aborto”. Ma anche, continua l’appello, “contro l’economia di guerra, che sposta le risorse sul riarmo, a scapito della spesa sociale e di investimenti in scuola, università e sanità pubbliche” e contro il ddl Sicurezza.

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Nel corso della mattinata, anche a Padova si sono svolte manifestazioni da parte di Non Una Di Meno che in chiusura, nei pressi del municipio e dell’Università non ha mancato di ricordare Giulia Cecchettin.

A Napoli, invece, le celebrazioni per questa importante ricorrenza si sono tenute ieri, in Piazza del Plebiscito, dove migliaia di studenti provenienti da tutta la regione Campania, insieme ad artiste locali, hanno manifestato, cantanti e ballato per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’uguaglianza di genere e ai diritti delle donne. Il flash mob organizzato in collaborazione con Scabec e Regione Campania, ha visto anche la partecipazione del governatore Vincenzo De Luca, che dal palco ha dichiarato: “Stiamo facendo un passo indietro sulla sicurezza delle donne. Dobbiamo acquisire l’uguaglianza tra donne e uomini. Sui luoghi di lavoro c’è un divario di retribuzione del 20% tra donne e uomini. Dobbiamo fare l’impossibile: una donna è come un uomo. Non abbiate sentimenti meschini, rispettatevi”.

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