Libri Liberi, l'iniziativa che porta la letteratura nelle carceri italiane

A Rebibbia il primo appuntamento con Edoardo Albinati e Stefano Fresi.

Libri Liberi, l'iniziativa che porta la letteratura nelle carceri italiane
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8 Marzo 2025 - 13.42


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Il 6 marzo lo scrittore Edoardo Albinati e l’attore Stefano Fresi hanno preso parte al primo appuntamento dell’iniziativa Libri Liberi, una rassegna che ha lo scopo di portare all’interno dei penitenziari – in questo caso quello di Rebibbia – i grandi classici della letteratura.

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Il progetto è promosso dalla Fondazione De Sanctis con il patrocinio del ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità – e in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura del ministero della Cultura.

Albinati a Fresi hanno proposto la lettura dei passi più importanti dell’Odissea, come gli incontri con Polifemo e le Sirene, la vendetta sugli uomini che desideravano Penelope e l’abbraccio di Ulisse con quest’ultima. Non è mancata la condivisione di ricordi e pareri; Fresi ha, infatti, ricordato la scena della fuga da Rebibbia presente nel film Smetto quando voglio e ha affermato che: “l’iniziativa è importante per ribadire che il carcere non allontana dalla società ma promuove il reinserimento”.

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Albinati ha, invece, specificato che: “l’Odissea, con il suo schema classico dell’avventura, è una metafora della detenzione”. Oltre a Teresa Mascolo, direttrice della Casa Circondariale di Rebibbia, ha partecipato all’incontro anche Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, il quale ha dichiarato: “Penso alla figura di Penelope che rappresenta la speranza e assieme la perseveranza. Due sentimenti centrali per chi è in carcere. Quello che porta alla libertà è un percorso difficile e capita che si cada o ricada in qualcosa di sbagliato”.

“Bisogna perseverare – ha continuato Ostellari- e non perdere mai la speranza di un futuro migliore. Il governo fa e continuerà a fare la sua parte. Sappiamo che il 98% di chi impara a fare qualcosa in carcere poi una volta uscito non delinque più. Dobbiamo investire in questo e sul personale da incrementare. Importanti anche le strutture esterne previste dal decreto ministeriale di prossima pubblicazione. Aiuteranno i detenuti che seppur hanno completato il percorso di pena non possono uscire dal carcere per mancanza di un idoneo domicilio”.

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai detenuti che hanno condiviso toccanti testimonianze durante l’incontro, uno di loro ha riferito: “Siamo pezzi di carta, non siamo accolti come Ulisse, ci portiamo sempre dietro il pregiudizio e viviamo la nostra Odissea”, un altro detenuto ha invece ringraziato lo scrittore e l’attore: “Ognuno di noi ha fatto una scelta, non ci nascondiamo dietro a un dito e vi siamo grati per questo momento che ci avete dedicato”. E ancora: “Sono in carcere da vent’anni, la cultura mi ha dato la forza e come Ulisse che sperava che la moglie lo aspettasse, anche noi non dobbiamo perdere la speranza”.
La rassegna proseguirà il 12 marzo nel carcere di Secondigliano con lo scrittore Maurizio De Giovanni e l’attore Fabrizio Bentivoglio che leggeranno e racconteranno ai detenuti Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

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