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Ernesto il randagio, la straordinaria parabola di un veterinario e di un cane abbandonato

Gerardo Rossomando è un veterinario diventato scrittore per costruire un rifugio per animali. Le piccole grandi storie di dottori e volontari che con tanto amore provano a salvare chi è stato rifiutato

Ernesto il randagio, la straordinaria parabola di un veterinario e di un cane abbandonato
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5 Maggio 2018 - 20.01


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di Daniela Amenta

Questa è una piccola storia ma un po’ speciale. La storia di un veterinario che diventa scrittore per aiutare gli animali di cui si prende cura. Questa è la storia di un dottore che quando è costretto a sopprimere un gatto che sta morendo tra atroci sofferenze, piange con i proprietari del micio. Questa è la storia più grande e complessa di chi ha trasformato un lavoro in una sorta di missione, o almeno ce la mette tutta per non dimenticare mai la pietas, la scienza, e la tenerezza. Soprattutto la tenerezza. Che è una rivoluzione in questi anni affollati, furiosi, senza respiro. Così Gerardo Rossomando, veterinario a Pomezia (Roma) ha scritto un libro delizioso e commovente e se lo è pubblicato a sue spese, self publishing si dice.

Si intitola “Ernesto il randagio”, racconta una storia terribile e comune. Un cane mollato da chi doveva seguirlo, accudirlo, volergli bene. Ernesto parla ovviamente, come in una fiaba e come nella realtà sanno parlare gli animali con sguardi, quell’amore assoluto, quella devozione che ci portano. Il cagnetto è dapprima sgomento, quando si accorge che quella famiglia che l’aveva scelto e voluto di fatto lo ha abbandonato. Si intristisce, si addolora, pensa – dove ho sbagliato?. Poi Ernesto ce la mette tutta, cane coraggioso. E in fondo assapora il senso della libertà, prova a farcela da solo con i suoi amici randagi, i randagi che noi chiamiamo ‘bastardi’. E’ una fiaba questo libro ma anche una tragedia, minore, silenziosa e parallela. Lo sanno il dottor Gerardo a Roma e la dottoressa Erika Mocci a Cagliari che cura come Doctor House casi impossibili (e spesso ce la fa), creature che  abbandoniamo come un sacchetto di immondizia. Lo sa Teresa Pescuma a Bari, la più straordinaria tra le volontarie d’Italia, capace di trasformare ogni animaletto che raccatta in una rockstar da adottare.  Chissà quanti ce ne sono e non conosciamo. A loro va tutta la nostra riconoscenza. Segnalateci, diteci. Grazie di esistere.
Ernesto non è solo un libro ma un progetto. Lo seguono, miracolo editoriale, 16mila follower, ha centinaia di recensioni, una folla che gli tiene compagnia. Va nelle scuole con il dottor Gerardo accompagnato da un canetto e da un coniglio a narrare la meraviglia antica e indissolubile dell’amicizia con gli animali. Il dottore mi ha raccontato che in una scuola Elementare di Roma, un bambino autistico ha baciato il coniglio e ci ha parlato, le maestre stupite, sorprese, la famiglia felice e commossa. Non aveva mai proferito parola. Si chiama Pet Therapy ma forse è solo amore. Ernesto intanto è diventato un libro illustrato per ragazzi e  ha perfino una versione in inglese. Cammina sulle sue zampe e va lontano.
Questa è una piccola storia ma molto speciale. Il 30 per cento delle vendite di Ernesto il randagio  (a questo link potete seguire le sue strabilianti avventure) vanno a costruire un rifugio per cani e gatti. Un rifugio bello. C’è un pezzo di terra, ci sono già reti, un tetto solido, pappe e medicine. Magari tutti assieme possiamo aiutare ad aiutare gli unici amici che da millenni ci chiedono solo una carezza. Solo quella per esserci fedeli un’intera vita. 

E siamo noi a far bella la luna
con la nostra vita
coperta di stracci e di sassi di vetro.
Quella vita che gli altri ci respingono indietro
come un insulto,
come un ragno nella stanza.
Riprendiamola in mano, riprendiamola intera,
riprendiamoci la vita,
la terra, la luna e l’abbondanza.

(Claudio Lolli – Ho visto anche degli zingari felici)

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