Daniele Pasquinucci*, docente dell’Università di Siena, ha vinto il prestigioso premio “Giustino Fortunato” 2024 con il suo volume “Il frutto avvelenato”. L’opera, edita da Mondadori, offre un’analisi approfondita dell’evoluzione della nozione di “vincolo europeo” in Italia e delle sue implicazioni politiche e ha superato la concorrenza di altri cinque titoli, conquistando il favore della giuria. La premiazione si terrà il 19 ottobre a Rionero in Vulture (PZ), città natale di Fortunato.
Il libro di Pasquinucci ricostruisce con minuzia l’origine del concetto di “vincolo europeo“, nato come strumento per promuovere l’adesione dell’Italia alle prime Comunità Europee e presentato come un passo necessario verso una maggiore prosperità e cooperazione. Tuttavia, l’analisi approfondita rivela come, fin dalle sue origini, questo concetto fosse intriso di una subdola ambivalenza. Da un lato, prometteva un futuro di integrazione e unità; dall’altro, celava l’idea di un’Europa percepita come un’entità esterna, “altra da noi”, che potesse in qualche modo limitare la sovranità nazionale.
Negli anni, questa percezione di estraneità si è radicata sempre più profondamente nell’opinione pubblica, alimentata da una serie di fattori, tra cui le crisi economiche che hanno messo a dura prova la coesione dell’Unione Europea. Le difficoltà nel trovare soluzioni comuni a problemi come la disoccupazione, il debito pubblico e le diseguaglianze sociali hanno rafforzato il sentimento che l’Unione Europea fosse incapace di rispondere alle esigenze dei suoi cittadini.
In questo contesto, il concetto di “vincolo europeo”, inizialmente percepito come un’opportunità, si è trasformato in un fardello. La narrazione pro-europea, che aveva dominato il dibattito politico per decenni, è stata progressivamente erosa da una contro-narrazione euroscettica, che ha saputo sfruttare le insicurezze e le frustrazioni dei cittadini per presentare l’Unione Europea come una minaccia alla loro identità nazionale e al loro benessere economico.
*Daniele Pasquinucci è, dal 2017, professore di Storia delle relazioni internazionali all’Università di Siena, Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive e dal 2021 è membro del Consiglio direttivo della Società italiana di storia
internazionale (SISI).