La lettera di Leopardi al cugino Giuseppe diventa proprietà dello Stato

L'epistola, autografata dal poeta dei Canti, è stata acquistata dallo stato e consegnata, in custodia, alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

La lettera di Leopardi al cugino Giuseppe diventa proprietà dello Stato
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26 Gennaio 2023 - 19.05


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“Caro Peppino, le vere amicizie o non si dovrebbero mai stringere, o strette che fossero non si dovrebbero mai rompere. Sono però ben certo e bene persuaso che la colpa in ciò non sia stata vostra”. Così scriveva Giacomo Leopardi, nella lettera spedita da Recanati il 29 agosto 1823, al cugino, il marchese Giuseppe Melchiorri a Roma. Ora questa epistola autografa, a carattere privato, è stata acquisita dallo Stato e consegnata alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

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Lo scritto va così ad arricchire ancor di più il prezioso fondo leopardiano della biblioteca partenopea, che custodisce, in originale, l’opera del poeta ed oltre il 90% delle corrispondenze inviategli da parenti ed amici.

La lettera è stata ripiegata nel primo volume dell’Epistolario di Leopardi, edito da Le Monnier a Firenze nel 1883.

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Nel testo viene citata la rottura con Pietro Visconti, con il quale, nel 1824, avrebbe fondato le “Memorie romane di antichità e belle arti”, insieme alla morte di Papa Pio VII e il successivo conclave.

Inoltre, si trova anche un riferimento agli “stamponi”, che attengono il lavoro di Leopardi “Annotazioni sopra la Cronica d’Eusebio”, con la discussione tra i due cugini sulla collezione dei classici latini edita da Pomba, editore torinese, tra il 1818 e il 1835, dal titolo “Collectio Latinorum scriptorum cum notis”.

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