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Scrittori afroamericani, razzismo, violenza bianca: dieci libri da leggere

Da Toni Morrison e Ta-Nehisi Coates alla storia di Rosa Parks, nove romanzi e saggi più un racconto per ragazzi italiani sugli Usa neri e bianchi

Scrittori afroamericani, razzismo, violenza bianca: dieci libri da leggere
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7 Giugno 2020 - 19.12


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Il razzismo praticato negli Stati Uniti contro i neri d’America si ripercuote come l’effetto di un bombardamento in tutto il globo. Come disse Wim Wenders l’immaginario americano ha occupato il mondo e lo influenza, con il cinema, con la musica, con la tv, con i libri, per cui può incuriosire conoscere alcuni libri, a volte non editi da noi, che vale leggere o almeno conoscere intorno all’argomento. Segnaliamo nove libri di autori afroamericani più un libro italiano per ragazzi sulla vicenda di Rosa Parks, la donna che con un semplice atto nel 1955 portò la Corte suprema statunitense ad abolire la segregazione sui mezzi pubblici nell’Alabama e che fu omaggiata da Bill Clinton e ricordata da Barack Obama. Non è detto che tutti i libri siano in catalogo: magari li trovate usati o nelle biblioteche più fornite.

Tra me e il mondo di Ta-Nehisi Coates
Scrittore, saggista, critico di fotografia, anche in Tra me e il mondo (Codice Edizioni) l’autore adotta lo stratagemma della lettera al figlio e analizza come il razzismo sia pervasivo e di rilevanza centrale negli Stati Uniti. Muove da episodi di cronaca che rimandano direttamente all’omicidio di George Floyd ucciso da un uomo con la divisa di poliziotto. A queste parole strazianti segue un’analisi sottile sulla centralità del razzismo in America e un importante studio sull’evoluzione del concetto fittizio di “whiteness”. È un libro confessione uscito nel 2015 in cui l’intellettuale afroamericano scrive tra l’altro: “Ti scrivo – dice Ta-Nehisi Coates – perché questo è l’anno in cui hai visto Eric Garner morire soffocato per aver venduto delle sigarette: perché ora sai che Renisha McBride è stata colpita da un proiettile mentre chiedeva aiuto, che a John Crawford hanno sparato perché stava dando un’occhiata agli scaffali del supermercato. E hai visto uomini in uniforme sparare dall’auto e uccidere Tamir Rice, un bambino di 12 anni che avevano giurato di proteggere. E hai visto uomini in quella stessa uniforme prendere a pugni Marlene Pinnock, la nonna di qualcuno, sul lato della strada. Così ora sai, se non l’avevi già capito prima, che alla polizia del tuo Paese è stata conferita l’autorità di distruggere il tuo corpo”.

La prossima volta, il fuoco di James Baldwin
La prossima volta, il fuoco – Due lettere (Feltrinelli 1995) di James Baldwin è un caposaldo. In una lettera l’autore scrive al nipote di 14 anni cento anni dopo che la schiavitù è stata, almeno formalmente, abolita negli Usa; nella seconda lettera scrive su Harlem e sulle sue esperienze nel quartiere nero di New York e sull’America negli anni ‘60. Riprendiamo una citazione: “Se noi – e intendo noi bianchi e noi negri relativamente consapevoli, ai quali, come ad amanti, tocca di risvegliare o di creare la consapevolezza anche negli altri – non veniamo meno nel nostro dovere ora, saremo in grado, noi manipolo d’uomini, di porre fine all’incubo razziale, di dare assetto al nostro paese e di cambiare la storia del mondo”.

Amatissima di Toni Morrison
Toni Morrison, tra le principali scrittrici nordamericane, autrice anche di saggi illuminanti, nel 1998 pubblicò Amatissima (da noi uscito per Sperling & Kupfer): romanzo fluviale sugli schiavi e su chi viene dagli schiavi, intorno alla protagonista Sethe fuggita da una piantagione dove era appunto schiava e ispirato a una vicenda vera di metà ‘800. Un affresco variegato in grado di far comprendere anche come lo schiavismo corrode dall’interno psiche e coscienze. Premio Nobel per la Letteratura nel 1993, l’afroamericana Toni Morrison fa capire perché non basta proclamare la schiavitù estirpata perché finisca davvero. Tra le citazioni che circolano nel web: “Al suo cervello il futuro non interessava. Gravato del passato, affamato d’altro ancora, già non gli lasciava spazio per immaginare, tanto meno per fareprogetti per il domani”.

Il colore viola di Alice Walker
Narratrice, poetessa, saggista, Alice Walker in questo romanzo (da noi tradotto per Frassinelli editore) “narra le vicissitudini di una donna afroamericana nel sud degli Stati Uniti durante la prima metà del ventesimo secolo, attraverso le lettere da lei scritte dapprima a Dio, e poi alla sorella da cui era stata separata anni prima, e che credeva sparita nel nulla”, come sintetizza wikipedia. La scrittrice afroamericana ha conosciuto di persona Martin Luther King e dal romanzo Steven Spielberg trasse l’omonimo film con Whoopi Goldberg.

L’uomo invisibile di Ellison
Nel 1952 Ralph Waldo Ellison pubblicò un romanzo meraviglioso e complesso, l’unico che riuscì a pubblicare in vita: Uomo invisibile (Einaudi). Un afroamericano per l’appunto. È ambientato per la gran parte a New York. Ellison, anche saggista e critico musicale, afroamericano, conclude il romanzo descrivendo una rivolta nel quartiere di Harlem per l’uccisione di un nero, leader di una confraternita, per mano di un poliziotto. La storia ancora non è cambiata.

La libertà è una lotta costante di Angela Davis
Attivista, lottatrice in difesa dei diritti civili, esponente del Black Power, Angela Davis è presente nei cataloghi italiani con La libertà è una lotta costante (Ponte alle Grazie 2016): saggi, riflessioni su proteste e su come il razzismo abbia condizionato anche l’agire femminista, almeno negli Usa. Scrive l’editore nella sua nota: “Davis affronta qui un’ampia gamma di fenomeni –la violenza domestica e di genere, la violenza della polizia statunitense sui neri, le speculazioni delle multinazionali, l’occupazione dei territori palestinesi, la situazione delle carceri… – e li collega in un auspicio, anzi in un vero programma di lotta globale per i diritti essenziali: a un’adeguata alimentazione, all’istruzione, alla salute, alla casa, al lavoro, a un’esistenza pacifica e dignitosa; in definitiva, alla libertà”.

La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead
Di Colson Whitehead, che ha vinto due volte il Premio Pulitzer, La ferrovia sotterranea (Sur Edizioni) narra di una schiava nera, Cora, che con l’amico Caesar scappa dalla piantagione nella Georgia dove sono costretti a condizioni abominevoli dagli schiavi bianchi e nella fuga trova una ferrovia sotterranea misteriosa che la porta negli Stati del Sud “dove la persecuzione dei neri prende forme diverse e altrettanto raccapriccianti”, annota l’editore.

Ragazzo negro di Richard Wright
Ragazzo negro è un romanzo autobiografico del 1945 (Einaudi) sulla sua giovinezza dai 6 ai 21 anni fino all’adesione al Partito comunista americano e all’avvio della carriera letteraria. Povertà, bianchi ostili e razzisti, orgoglio della propria identità nera tra i filoni principali della narrazione che appartiene alla storia della letteratura afroamericana e nordamericana tutta.

No! di Paola Capriolo
Il sito FocusJunior in un gruppo di titoli sul razzismo (e su come evitarlo o superarlo) suggerisce No! dell’ottima scrittrice Paola Capriolo (Edizioni EL). La quale racconta la vicenda di Rosa Parks, la donna, una sarta, che nel 1955 a Montgomery tornando dal lavoro in tutta tranquillità rifiutò di lasciare il posto a un bianco su un bus affollato come era la regola. Fu arrestata. Quel semplice gesto contribuirà a cambiare la storia, almeno nella consapevolezza di milioni di afroamericani. Ne seguirono boicottaggi dei neri dei mezzi pubblici, proteste, finché nel 1956 la Corte Suprema proclamò incostituzionale al segregazione sui mezzi pubblici nell’Alabama. Bill Clinton le renderà omaggio alla Casa Bianca. Barack Obama la citerà come esempio di un cambio di regime. Il libro è per lettori dai 10 anni in su.

La scoperta del desiderio di Rita Dove
La scoperta del desiderio è una raccolta di poesie (Passigli editore) alla quale ha collaborato la poetessa vincitrice di un Pulitzer. Una formidabile interprete della storia del nostro tempo. “L’identità afroamericana certamente costituisce uno dei fondamenti dell’opera di Rita Dove; tuttavia la sua è una poesia che non può essere in alcun modo confinata nei ranghi più consueti della poesia di protesta o rivendicazione”, avverte l’editore. Ricordiamo però come la poetessa avesse intitolato una sua raccolta del 1999 On the Bus with Rosa Parks: di nuovo la donna-simbolo della ribellione del 1955.

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