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Ciao John Giorno, poeta beat, performer attivista per gay e afroamericani

Il poeta newyorkese di origini italiane, di spirito anarchico si batteva per i diritti degli omosessuali e degli afroamericani

Ciao John Giorno, poeta beat, performer attivista per gay e afroamericani
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14 Ottobre 2019 - 17.11


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A 82 anni venerdì scorso è morto a New York John Giorno, uno dei maggiori poeti e performer del movimento Beat, ucciso da un tumore. Con genitori emigrati da Aliano in provincia di Matera, gay dichiarato, era anche un artista visivo: a febbraio inaugurò alla Galleria nazionale di arte moderna a Roma la mostra “You got to burn to shine”, curata da Teresa Macrì. Il titolo è quello del suo libro del 1994 tradotto in italiano come Per risplendere devi bruciare (City Lights Italia, 1997), Giorno ha fatto della Performance Poetry con la “spoken word” un’arte sopraffina. Come ha ricordato Arianna Di Genova sul Manifesto di ieri domenica 13 ottobre, John Giorno compariva, nudo e addormentato, nel film di Andy Warhol Sleep del 1963 in cui riprendeva il poeta e amico per cinque ore e mezzo. Dallo spirito anarchico, il poeta frequentò e collaborò infatti anche alla Factory del genio della Pop Art dai capelli albini.

[… ] Un giorno che
stai camminando
per strada
e vedi
un carro funebre
con una bara,
seguita da un’ auto
piena di fiori
e da limousines;
sai che il giorno
è di buon auspicio
e che i tuoi piani avranno
successo;
ma il giorno che
vedi una sposa e uno sposo,
e una festa di nozze,
fa’ attenzione;
guardati bene,
potrebbe essere un cattivo segno.
Di’ solo No
ai valori della famiglia,
e non lasciare
il tuo lavoro quotidiano.
 […]

Così Raffaella Marzano nel 1995 traduceva per il sito Casadellapoesia.org una porzione di “Di’ solo NO ai valori della famiglia”, poesia che è anche una sorta di sintesi, parzialissima, del suo pensiero e del suo agire deliberatamente contro le convenzioni sociali. In cui peraltro dichiarava anche in forma poetica il suo ritenere le droghe una pratica di resistenza politica e culturale e che, come raccontò più volte, aveva provato di persona (clicca qui per la versione integrale della traduzione).

Fu amico e sodale in pratiche culturali di Warhol, di William S. Burroughs, di Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Diana De Prima, Laurie Anderson, Gregory Corso, Patti Smith, Philip Glass, Frank Zappa, Robert Mapplethorpe. Con Keith Haring, con il quale ebbe un incontro sessuale raccontato nei suoi diari. Come ricorda sempre Arianna Di Genova era capace “di affidare i suoi versi se non al vento, anche alle scatole di cerini e alle tavolette di cioccolata, oltre che ai libri e alle biblioteche”. Non ha mai smesso di scrivere, ogni singolo giorno.

Era anche un attivista, si è impegnato nella raccolta fondi per associazioni di assistenza ai malati di Aids, si è battuto per i diritti dei gay e degli afroamericani, era sposato all’artista svizzero Ugo Rondinone.

Nel 1968 fondò il Giorno Poetry System Institute, che è diventata anche un’etichetta discografica indipendente per la quale hanno inciso Laurie Anderson, Patti Smith, Arto Lindsay, Frank Zappa, Lydia Lunch. Nel 1969 dal MoMa di New York, il Museum of Modern Art, inventò “Dial-A-Poem”: facendo un numero di telefono, si potevano ascoltare cinque minuti di poesia alla cornetta.

John Giorno veniva spesso in Italia. I genitori venivano da Aliano (dove è ambientato il romanzo Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi) e da Tursi, sempre nel materano. Tursi gli ha conferito la cittadinanza onoraria, Aliano gli ha dedicato un museo.

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