Poesia: le figlie tutelano Alda Merini, Agamben cura Pasolini in dialetto

Per la Giornata mondiale della poesia libri e iniziative: da Radio3 a un’associazione sulla poetessa al campione di “slam poetry” Simone Savagin

Poesia: le figlie tutelano Alda Merini, Agamben cura Pasolini in dialetto
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21 Marzo 2019 - 11.32


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Oggi 21 marzo oltre che primo giorno di primavera è la Giornata mondiale della poesia proclamata dall’Unesco. Mentre Radio3 punteggia l’intera giornata con letture di voci diverse dell’Infinito di Giacomo Leopardi, vale citare che a Milano è nata l’Associazione Culturale Alda Merini per volontà delle figlie Emanuela, Flavia e Simona. Non ha scopo di lucro e l’organizzazione vuole “promuovere, tutelare, approfondire e diffondere la figura e l’opera” della poetessa che morì il 1° novembre 2009 e nacque proprio il 21 marzo del 1931. Per il decennale della morte dell’autrice di raccolte come “Vuoto d’amore” l’associazione organizzerà un convegno su Alda Merini, autrice che amava i navigli di Milano e sapeva improvvisare al telefono aforismi e poesie, con l’Università di Milano.

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Dal sito di Alda Merini

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

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(da “Vuoto d’amore”)

Agamben: il dialetto in poesia antitesi al capitalismo
Il filosofo Giorgio Agamben cambia, solo in apparenza, giacca e si è messo a curare una collana di poesia in dialetto per l’editore Quodlibet. Che inizia oggi 21 marzo con tre volumi di autori come Pier Paolo Pasolini, in friulano, Andrea Zanzotto, Francesco Giusti. Testo in dialetto e a fronte la traduzione in italiano, Agamben ha anche introdotto il volume “In nessuna lingua In nessun luogo. Le poesie in dialetto 1938-2009” (pp. 280, € 19).
A Marzio Breda su La Lettura il filosofo ha rivendicato a proposito dell’uso del dialetto rispetto al solo italiano un’azione precisa: “Di fronte alla cecità di una classe dirigente che, tanto a sinistra che a destra dello schieramento politico, continua a muoversi nella direzione globale indicata dallo sviluppo capitalistico si trattava di ricordare che una sorta di bilinguismo è interno a ogni lingua e a ogni cultura”.

Poesia, viaggio e letture da Gregory Corso a Verona
L’Accademia mondiale della poesia di Verona ha Daniel Cundari che interpreta “Marriage” di Gregory Corso in due giornate su “Poesia e viaggio”, venerdì 22 e sabato 23 marzo.

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Un estratto da “Matrimonio” di Gregory Corso (qui la versione integrale)

Devo sposarmi? Devo essere buono?
Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita accanto?
Portarla a cimitero invece che al cinema
dirle tutto su lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! È bello sentire!
Invece la prendo tra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contorta
E corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo –

Savogin campione di slam poetry in un libro

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Simone Savogin, nato a Como nel 1980, è un perfomer dei suoi versi. Un campione di slam poetry, le competizioni live dove i poeti recitano i loro testi e il pubblico decide chi vince. L’autore performer è passato anche da Italia’s Got Talent, è approdato alla finale, e oggi 21 marzo pubblica la raccolta di poesie e canzoni “Finché avrò voce” (Tre60, pp. 144,  € 12,90).

Savogin, “L’orrore della guerra”

Un premio a Celle con la Serra dei poeti
Per la Giornata internazionale della poesia la Collezione Gori – Fattoria di Celle, parco d’arte contemporanea con opere immerse tra alberi, prati e olivi di molti maestri del nostro tempo commissionate sul posto dal collezionista Giulio Gori, lancia il Premio biennale di poesia “Celle arte natura”. L’idea, spiega la collezione, è nata in seguito all’opera “La serra dei poeti” installata dallo scrittore e architetto Sandro Veronesi e dal paesaggista-msuicista Andrea Mati nel 2018, formato da trenta cipressi su quattro filari convergenti e una struttura in acciaio inox e vetro. Il premio sarà assegnato a un poeta italiano il 30 giugno: consisterà in duemila euro e un soggiorno nella fattoria per comporre con un artista visivo un libro di poesia illustrato che sarà pubblicato il 21 marzo 2020. Con la collaborazione di Gli Ori Editori Contemporanei.

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