Che il Salone del libro di Torino stia incontrando i favori del pubblico, dei lettori e di gran parte degli editori, anche quelli grossi tornati all’ovile dopo la concorrente fiera del libro di Milano dell’anno scorso, è una notizia ottima e confortante. Perché il salone presieduto da Massimo Bray e diretto dallo scrittore Nicola Lagioia non ha voluto piegarsi alle aziende più consistenti.
Le prime due giornate, giovedì e venerdì, hanno contato almeno 20mila persone. Il tanto successo però comporta altri tipi di problema. Il primo è la gestione della folla e la sicurezza. Le lunghe code all’ingresso hanno generato qualche malumore. E qualche polemica, con minaccia di ricorrere alle vie legali, lo registra il nuovo Padiglione 4: uno spazio a sé creato quest’anno perché 30 case editrici hanno chiesto di partecipare. Ma sono diventate troppe per gli spazi consueti. Prima erano state escluse, poi inserite creando questo spazio nel cortile del Lingotto che si raggiunge tramite il Padiglione 3. E più d’uno ha giudicato la collocazione distaccata nel nuovo Padiglione 4 del tutto infelice se non inutile e, quindi, dannosa perché avrebbero perso un’occasione. Per il Quotidianopiemontese.it c’è chi pensa di ricorrere alle vie legali.
Lunedì prossimo, il 14, il presidente della Regione Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino dovranno annunciare quali passi saranno fatti nel futuro. C’è già però un’altra buona notizia: i dipendenti della ex Fondazione per il Libro, che è stata messa in liquidazione, hanno ricevuto i pagamenti dopo che per due mesi non erano stati pagati.