Spie, controspie e servizi segreti nel Mediterraneo per fermare l'Isis

Daniel Silva nella "Casa delle spie" torna sulle imprese di Gabriel Allon, del Mossad. Un romanzo su terroristi e macchinazioni tra Costa Azzurra, Marsiglia, Marocco

Spie, controspie e servizi segreti nel Mediterraneo per fermare l'Isis
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29 Dicembre 2017 - 15.55


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Enzo Verrengia

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Ma davvero la letteratura di spionaggio non sfonda in Italia? O si tratta invece di una convinzione miope e nociva per la diffusione di libri che da soli bastano a spiegare il tempo orribile in cui si vive? L’americano Daniel Silva, ad esempio, è stato proposto in Italia da molti marchi editoriali, grandi e piccoli. Adesso lo traducono da HarperCollins e finalmente sembra avere trovato la visibilità che merita.
Sono ormai venti anni che Silva narra le imprese spionistiche di Gabriel Allon, del Mossad, il miglior servizio segreto. Dapprima ha prestato il suo talento come operativo sul campo, cancellando i terroristi colpevoli di avere massacrato gli atleti di Tel Aviv alle Olimpiadi di Monaco, nel settembre del 1972. Poi ha agito contro i fondamentalisti. Per le sue capacità uniche, Allon è ora il ramsad, il direttore del Mossad. Bella carriera per uno che voleva fare il restauratore di opere d’arte e ha perduto la moglie e il figlioletto in un attentato a Vienna, sempre di matrice terrorista.
Con La casa delle spie, Allon si trova dinanzi a un triplo problema. Il primo consiste nella definitiva eliminazione del terrorista autodenominatosi il Saladino, al quale si rifà nel rivendicare la necessità di distruggere tutto quanto non rientri nella sfera del sogno totalitario detto Isis. Il secondo problema è la strategia da impiegare per stanarlo. Infine, Allon deve attenersi alle norme della sua nuova carica istituzionale. Il direttore del Mossad non può compiere missioni a rischio della vita, quelle ormai sarebbero da delegare ai sottoposti.
Daniel Silva costruisce la dinamica dell’operazione con il suo magistrale schema ricorrente. Parte dall’uomo che una volta doveva uccidere Allon e adesso, al contrario, è il suo amico più fidato. Christopher Keller, ex Sas, ex sicario prezzolato dalla mafia corsa, ha trovato una nuova occasione di vita nel MI6, il servizio segreto inglese. Tramite lui, Allon viene a sapere che l’Isis sta approvvigionandosi di denaro con il traffico di droga dall’Africa settentrionale. Ne tiene le fila un francese di successo, Jean-Luc Martel, amico personale di molti personaggi influenti, fra i quali chi siede all’Eliseo. L’informazione gli arriva da Paul Rousseau, mancato studioso di Proust e capo del Gruppo Alfa, unità supersegreta dell’antiterrorismo di Parigi. Di qui la decisione di montare un apparato congiunto tra israeliani, francesi, inglesi e americani per eliminare il Saladino.
Le esche saranno due donne: Natalie Mizrahi, dottoressa ebrea di Marsiglia reclutata dal Mossad, e Olivia Watson, compagna attuale di Martel e proprietaria di una rinomata galleria d’arte.
La progressione che porterà al confronto di diretto fra Gabriel Allon e il Saladino passa per le tappe canoniche della spy-story, ciascuna segnata da una località ad alto grado di esotismo, che sia la Costa Azzurra, il Marocco o Marsiglia. Senza dimenticare che gli occhi feroci dei terroristi sono sempre puntati sul vero ombelico della civiltà occidentale, Londra.
Sia lode a Silva per tenere accesa la fiaccola del thriller internazionale, chiave di comprensione della realtà che i media confondono e rimescolano di continuo agli occhi di un’umanità tanto distratta da non capire di trovarsi sull’orlo dell’apocalisse.

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Daniel Silva, La casa delle spie (HarperCollins, tr. di G. Zucca, pp. 528, Euro18,90)

 

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