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Si nasconde un thriller della memoria, nel "Mistero di Henri Pick"

David Foenkinos impagina con sapiente leggerezza un romanzo su un romanzo scovato in una singolare biblioteca. L'avrà scritto davvero un pizzaiolo?

Si nasconde un thriller della memoria, nel "Mistero di Henri Pick"
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19 Dicembre 2017 - 15.29


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Enzo Verrengia

 

I libri in cui si parla di libri finiscono per appassionare anche chi non conosce i meccanismi della loro stesura e pubblicazione. Così è per Il mistero di Henri Pick, di David Foenkinos, romanzo snodato lungo le vicende che segnano la scoperta di un dattiloscritto rifiutato dalle grandi case editrici francesi e riposto sugli scaffali di una singolare biblioteca. L’ha fondata in un paesino della Bretagna, Crozon, Jean-Pierre Gouverc. Solitario e bibliofilo, l’uomo si è ispirato a un’analoga istituzione di Vancouver, nello stato americano di Washington, che per giunta deriva dal romanzo L’aborto, di Richard Brautigan, scrittore con trascorsi hippy suicidatosi nel 1984. È la storia di un bibliotecario che presiede a un magazzino di manoscritti non pubblicati, perché privi di editore.
Sugli scaffali di Gouverc si accumulano i fogli di quanti non hanno avuto la fortuna di raggiungere il pubblico. D’estate arrivano Delphine Despero, nativa del posto, con Frédéric Koskas. Lei fa la editor per Grasset, lui ha pubblicato La vasca, un romanzo fortemente apprezzato da Delphine ma presto caduto nel dimenticatoio. I due comunque si sono fidanzati. Frédéric sta scrivendo un altro libro, lei dà la caccia a opere inedite con le quali consolidare la sua posizione professionale.
Approdano alla biblioteca dei manoscritti rifiutati, di Gouverc. Il fondatore è morto, ora l’iniziativa viene perpetuata con scarso entusiasmo da Magali, una cinquantenne disillusa e frustrata.
Il quadro melanconico all’improvviso viene rivitalizzato. Delphine trova un romanzo inedito, Le ultime ore di una storia d’amore, che si deve al pizzaiolo Henri Pick. Deceduto anche lui, la moglie Madeleine e la figlia Josephine non ricordano di avere mai visto l’uomo con una propensione ai libri. Non leggeva niente e aveva uno spirito pratico volto unicamente al lavoro. Com’è stato possibile che mettesse per iscritto una struggente storia d’amore fra due amanti in via di separazione, scandita parallelamente dal riepilogo delle ultime ore di vita del grande russo Puskin, ferito mortalmente a causa di un duello?
Il libro di Pick viene pubblicato ed è subito un caso letterario. La Parigi dell’alta cultura e i media si scatenano alla caccia delle motivazioni di Henri Pick e della verità sullo scomparso. Il più accanito è Jean-Michel Rouche, ex firma del “Figaro littéraire”, caduto in disgrazia e in forte crisi economica dopo il licenziamento da parte del nuovo direttore.
Mentre Delphine e Frédéric incalzano la moglie e la figlia di Pick per cavarne dettagli illuminanti sul pizzaiolo improvvisatosi scrittore, il disperato critico decaduto riesce a trovare le prove di qualcosa che scombina del tutto lo scenario.
Il mistero Henri Pick diviene allora un thriller della memoria, di quelli in cui la verità del presente dev’essere estratta dalle rovine di un passato le cui conseguenze incombono sugli eventi successivi. E David Koenkinos conduce il tutto con una leggerezza oscillante fra l’ironia e l’empatia per le tragedie e le felicità dei suoi protagonisti.

Enzo Verrengia

David Foenikinos, Il mistero Henri Pick (Mondadori, tr. di E. Cappellini, pp. 250, Euro 19,00)

 

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