Serie A, in testa ben quattro squadre in soli due punti

Tra chi sogna in grande e chi si trova a tu per tu con il baratro, questo campionato sembra avere tantissimo da raccontarci già dopo tredici giornate.

Serie A, in testa ben quattro squadre in soli due punti
In foto Allegri
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4 Dicembre 2025 - 13.18


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di Lapo Vinattieri

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La situazione della classifica di Serie A difficilmente avrebbe potuto essere più complessa di quanto lo è dopo la tredicesima giornata. In soli due punti troviamo ben quattro squadre: Napoli e Milan, prime a quota 28, Roma e Inter, che seguono a quota 27. Come riporta Opta, prima della scorsa stagione, nell’era dei tre punti (iniziata nell’annata 94/95) non si erano mai viste le prime quattro squadre in due punti. Ora questa situazione si è ripetuta per due stagioni consecutive.

Prima di sabato 29 novembre, la capolista in solitaria era la Roma di Gian Piero Gasperini, spodestata dalla vittoria serale del Milan in casa contro l’altra squadra capitolina, la Lazio. Gli uomini di Massimiliano Allegri sono riusciti a ottenere i tre punti a termine di una partita caratterizzata dalle prestazioni di Mike Maignan, autore di un vero e proprio miracolo dopo pochi minuti dall’inizio del match, e di Rafael Leao che ha segnato il gol del decisivo  raggiungendo quota 5 goal in questa Serie A. La partita è poi filata liscia fino agli ultimi minuti: qui, sugli sviluppi di un calcio d’angolo in favore della Lazio, il tiro dell’ex Romagnoli è stato deviato con un braccio da Pavlovic. Per l’arbitro Collu è calcio di rigore. Il direttore di gara viene quindi accerchiato dai giocatori delle due squadre e riesce a malapena a sentire i suoi colleghi che, dalla sala VAR, lo richiamano all’On Field Review. Gran parapiglia nelle panchine: ne paga le conseguenze Allegri. Dopo una lunga analisi delle immagini a sua disposizione, Collu conferma la sua decisione per poi, allo stesso tempo, rivederla: prima che Pavlovic devii il pallone con il braccio, il serbo subisce un fallo in attacco da parte del laziale Marusic. Il post partita è quindi condito da un’infinita presa di posizione: la Lazio annuncia il silenzio stampa mediante un video dell’azione incriminata, gli analisti si dividono tra chi grida al genio per la scelta di Collu, come Paolo Condò, e chi inneggia alla morte del mestiere dell’arbitro, come Daniele Adani. La partita è però finita e il Milan può quindi festeggiare, almeno per una notte, il primo posto solitario in classifica.

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Nel pomeriggio di domenica 30 novembre, la Roma viene riacciuffata dai cugini dei rossoneri, l’Inter di Chivu che vince a Pisa grazie ad una doppietta di Lautaro Martinez, capocannoniere a quota 6 goal, al termine di una brutta partita da parte dei vicecampioni d’Europa che non riescono quasi mai ad esprimere un bel gioco, finendo per affidarsi ai singoli.

Circa quattro ore dopo la vittoria dell’Ambrosiana, arriva il momento della Roma, che affronta in casa i campioni d’Italia del Napoli: è il big match di giornata in quanto chi ne uscirà vincitore,  festeggiarà il primo posto. È una Roma senza una vera e propria bocca di fuoco: Ferguson non convince e il suo sostituto, l’ucraino Dovbyk, tornerà solo nel 2026. Le speranze offensive sono riposte nell’argentino Soulé, che ha però steccato quasi tutti i big match. Cosa che accade anche nella partita contro il Napoli, che mette in scena una vera e propria masterclass difensiva capeggiata da Rrahmani, il più sottovalutato tra i soldati a disposizione di Antonio Conte. È quindi il goal del brasiliano David Neres a regalare ai partenopei i 3 punti: inutile l’arrembaggio finale dei giallorossi, la cui occasione più grande arriva nei minuti di recupero sui piedi di Baldanzi che si vede strozzata l’esultanza dal grande intervento di Milinkovic-Savic, tanto criticato quanto decisivo nei momenti catartici.

Con questi risultati, Milan e Napoli sono primi a parimerito a quota 28 dopo 13 giornate, una media di 2.2 punti a partita. Come riporta GOAL, era dalla stagione 2001/02 che la capolista non racimolava così pochi punti in 13 partite: in quell’occasione si trattava dell’Inter che a fine anno perderà lo Scudetto nel famoso 5 maggio.

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A queste quattro squadre segue un duo formato da Como e Bologna a quota 24. Gli uomini di Fabregas sono usciti vittoriosi dall’anticipo di venerdì contro il Sassuolo grazie ai gol di Douvikas e Alberto Moreno, mentre i rossoblù hanno ceduto alla stanchezza dettata dal calendario fitto nel posticipo del lunedì, cadendo 1 a 3 in casa contro la Cremonese di un immortale Jamie Vardy, autore di una doppietta.

Immediatamente dietro, a quota 23 punti, c’è la Juventus di Luciano Spalletti che ha vinto 2 a 1 in rimonta contro il Cagliari grazie alla doppietta di Yildiz e nonostante l’infortunio accorso a Dusan Vlahovic, che potrebbe tenerlo fuori per 3 mesi: oltre a lui, continua a mancare Bremer, caposaldo della difesa juventina, out dalla partita del 27 settembre contro l’Atalanta. Spalletti sembra ancora non essere riuscito a dare un’impronta ai bianconeri che però, nonostante le enormi difficoltà, si trovano a soli 5 punti dalla vetta.

Cinque sono anche i punti che separano la Juventus dalla Lazio di Maurizio Sarri, costretto agli straordinari dal blocco del mercato estivo, e dall’Udinese di Runjaic, uscita vittoriosa dalla trasferta di Parma. Seguono poi le sorprese Sassuolo e Cremonese, entrambe a 17 punti, e la delusione Atalanta a quota 16: i neroazzurri si sono affidati a Raffaele Palladino dopo l’esonero di Ivan Juric durante la scorsa sosta nazionali, riuscendo a ottenere i 3 punti nell’ultimo turno proprio contro l’ex squadra del nuovo allenatore, la Fiorentina ora allenata da Paolo Vanoli, subentrato in corsa a Stefano Pioli.

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I viola sono caduti 2 a 0 nella trasferta di Bergamo, dando seguito ad un campionato che li vede ultimi a quota 6 punti, a parimerito con l’Hellas Verona di Paolo Zanetti. Entrambe le squadre devono ancora ottenere la prima vittoria in campionato, ma i numeri non sono dalla loro parte: nessuna squadra, nella storia della Serie A, è riuscita a salvarsi dopo non aver vinto una partita nelle prime 13. Al termine del match di sabato i giocatori della Fiorentina, accompagnati anche dal proprio mister, sono andati a chiedere aiuto ai tifosi in trasferta in questo momento di enorme difficoltà. Adesso la diciassettesima posizione dista 5 punti ed è occupata dal Parma, “salvo” solo per un punto rispetto al Pisa. Si allontanano dalla zona calda il Lecce grazie alla vittoria sul Torino, condannato dal rigore sbagliato di Asslani, e il Genoa di De Rossi, che sembra aver portato uno spirito più battagliero al Grifone.

Insomma, questa Serie A sembra aver ancora tantissimo da raccontare, sia nelle zone basse, con tante squadre storiche a rischio retrocessione, sia nella parte alta della classifica, dove vanno definendosi due grandi gruppi di squadre: quelle che a fine anno si mangeranno le mani ripensando alle occasioni sprecate strada facendo e quelle che riusciranno sì ad ottenere un posizionamento europeo, ma che comunque avranno il rammarico di non essere riuscite ad ottenere quei pochi punti in più per raggiungere un piazzamento migliore. Sono passate appena tredici giornate, ma questa Serie A continua a stupirci giornata dopo giornata, ribaltando continuamente i pronostici.

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