I treni al servizio della classe politica

Il Ministro Lollobrigida ha richiesto una fermata straordinaria per risparmiare tempo, generando ritardi per gli altri passeggeri, alimentando dubbi su richieste simili.

I treni al servizio della classe politica
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23 Dicembre 2023 - 16.52


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Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.

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di Giacomo Adami

Il teatro della politica italiana, spesso palcoscenico di gaffe, comportamenti incivili e dibattiti accesi per decisioni importanti, questa volta si è superato. Il ministro della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha fatto fermare un treno in ritardo solo ed esclusivamente per lui. La fermata straordinaria a Ciampino, del Frecciarossa 9519 che in partenza alle 07:00 da Torino aveva fatto accumulare 111 minuti di ritardo, ha consentito al ministro di risparmiare 15 minuti. Lollobrigida era infatti atteso alle 14:40 a Caivano per l’inaugurazione del parco urbano. Con questa fermata straordinaria accordata con il capotreno è riuscito a presentarsi al suo appuntamento alle 14:52, invece che alle 15:10, l’orario di arrivo previsto con il treno in ritardo, risparmiando la bellezza di 18 minuti di ritardo.

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Un episodio che ci fa riflettere, poiché sembra che i mezzi di trasporto pubblici, come i treni, siano soggetti a manipolazioni da parte delle autorità governative. Il ministro si è sentito autorizzato a chiedere al capotreno di attuare una fermata straordinaria di cui solo lui ne ha usufruito. I restanti passeggeri come comuni mortali hanno visto il treno fermarsi alle esigenze dello stato, e di conseguenza, si sono visti allungare i minuti di ritardo del treno. Ciò fa sorridere perché tale deviazione è stata realizzata solo per limitare il ritardo del ministro all’inaugurazione di un normale parco urbano, sicuramente una questione comunitaria importante ma non di un’urgenza estrema. È lecito immaginare che gli altri passeggeri del treno stessero viaggiando per questioni più importanti e hanno dovuto semplicemente accettare il disagio del ritardo.

L’organizzazione Trenitalia si è dovuta arrendere ai capricci e ai desideri del ministro. Cosa succederebbe se tutti i cittadini avessero il diritto di far fermare i treni, modificando la regolare tratta per evitare i propri ritardi? Finiremo sicuramente in una spirale di caos.

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