Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Anna Chiara Laudati
Il diavolo veste Prada, diretto da David Frankel e tratto dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger, è una frizzante commedia ambientata nel frenetico mondo della moda di New York. La storia parla della giovane Andrea Sachs (Anne Hathaway), detta Andy, una giornalista principiante che ottiene un lavoro per la celebre rivista Runway, diretta dalla temuta e crudele Miranda Priestley (Meryl Streep). Andy, una volta assunta, si trova a dover affrontare un mondo che non le appartiene ma, grazie alle sue doti e alla sua ambizione, riesce a svolgere in maniera brillante il suo lavoro, tanto da entrare nelle grazie della Priestley.
Facendo così, però, Andrea mette da parte i suoi affetti e, alla fine, si renderà conto che lo spietato e selettivo mondo della moda non è adatto a lei. Il regista riesce a dare al film un ritmo allegro e movimentato, grazie all’ambiente newyorkese che è in contrasto con le emozioni della protagonista e anche alle svariate colonne sonore, che simboleggiano il potere, l’eleganza ma anche i momenti difficili di Andy e degli altri personaggi. Il film presenta la tipica struttura di un racconto, con un inizio, uno svolgimento e una fine. Tuttavia, intrattiene il pubblico per i suoi colpi di scena e per i temi trattati, come l’ambizione, il potere, il sacrificio, la determinazione e la dedizione nel lavoro.
La sceneggiatura è lineare e ben scritta, sia grazie alla presenza di dialoghi pungenti e ironici che criticano il mondo della moda, sia grazie a discorsi più profondi sull’autorealizzazione e sugli affetti. Una scena iconica per l’immaginario collettivo del mondo della moda è, senza dubbio, quella in cui Andrea ha ogni giorno un abito diverso. Tramite un lungo piano sequenza sfoggia la sua bellezza ed eleganza, requisiti fondamentali per lavorare da Runway. Questa scena è accompagnata dalla celebre canzone Vogue di Madonna, una delle colonne sonore del film, che viene maggiormente ricordata dal pubblico.
Un altro punto di forza del film è sicuramente un cast d’eccezione, a cominciare da Meryl Streep. L’attrice riesce ad impersonificare perfettamente la fredda e carismatica Miranda. La Streep dà al pubblico una performance a dir poco iconica ed elegante, grazie alla sua bravura e al suo carattere. Ogni sua battuta è, contemporaneamente, fredda, misurata e capace di trasmettere l’enorme carisma del personaggio. Altra bravissima attrice è sicuramente Anne Hathaway che, nei panni della protagonista, riesce a bilanciare la vulnerabilità e la determinazione del personaggio di Andrea. L’unica nota negativa della storia si può ravvisare in un suo cambiamento troppo repentino. Per contro, la crescita del suo personaggio risulta essere molto credibile.
Altri attori famosi sono Emily Blunt, che interpreta Emily, prima assistente di Miranda, e Stanley Tucci, nel ruolo di Nigel, “braccio destro” della Priestley. Emily Blunt porta sul grande schermo un personaggio comico ma al tempo stesso fragile in ragione della sua totale devozione a Miranda e al suo lavoro, che è quello che sognava fin da bambina. Lo stesso si può dire per Stanley Tucci che, seppur molto più determinato rispetto a Emily, e quasi pronto a cambiare per diventare quello che vuole essere realmente, si fa sovrastare da Miranda ancora una volta e le rimane fedele.
La fotografia del film rispecchia fedelmente il mondo della moda e della rivista di Miranda, con abiti eleganti e luoghi molto sofisticati. In particolare, gli abiti curati da Patricia Field sono un altro punto a favore del film, una sorta di linguaggio visivo che esprime lo stato d’animo e i cambiamenti dei vari personaggi. La scenografia è anch’essa curata nei minimi dettagli, senza tralasciare nulla. Questi arricchiscono sia la narrazione, oltre a delineare meglio le caratteristiche dei personaggi principali. In primis quello di Miranda che, anche con i suoi abiti, trasmette il suo potere e la sua forte personalità. Stessa cosa si ritrova in Andy, che esprime il suo cambiamento interiore con i vestiti che indossa nell’intero film. Un tema fondamentale del film è l’equilibro, e quindi anche il conflitto, tra la carriera di Andrea e i suoi affetti familiari e sentimentali.
Se all’inizio Andy è entusiasta del suo lavoro, alla fine si rende conto che deve soddisfare le richieste assurde di Miranda, mettendo da parte tutta la sua vita. Vengono inoltre trattati temi quali il raggiungimento sfrenato della fama e del successo, i sacrifici che ciò comporta e l’autorealizzazione. Quanto a quest’ultima tematica viene evidenziato quanto essa possa essere influenzata dalla carriera, dall’ambiente esterno e dai modelli imposti da società e dal mondo competitivo della moda.
Pur essendo una commedia leggera, ironica e divertente, Il diavolo veste Prada affronta anche delle tematiche importanti e porta il pubblico a riflettere in maniera intelligente e fresca. I suoi punti di forza sono le musiche, i dettagli e gli ambienti ma, soprattutto, le grandi interpretazioni attoriali dei personaggi principali. Grazie a questi elementi il film, seppur uscito all’inizio degli anni 2000, è rimasto nella memoria collettiva del pubblico statunitense e internazionale.
Ancora tutt’oggi, infatti, viene sovente riproposto in TV ed è disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming. In conclusione, la pellicola riesce a mescolare momenti iconici, pieni di eleganza e glamour, con riflessioni più profonde, grazie all’interpretazione degli attori e alle tematiche trattate, offrendo al pubblico uno spaccato interessante sul mondo della moda newyorkese. È anche una classica storia universale sulle scelte, seppur a volte difficili, che ognuno di noi deve prendere nella propria vita.