NWA 16788, all’apparenza una serie di lettere e numeri senza alcun senso logico, identificano in realtà un meteorite di quasi 25Kg ritrovato in Niger, precisamente nel deserto del Sahara, nel 2023.
Si tratta del più grande reperto proveniente da Marte rintracciabile sulla Terra, espulso dal pianeta a causa di un impatto con un enorme asteroide, ha percorso 140 milioni di chilometri nello spazio, attraversando la superficie terrestre prima di precipitare nella regione di Agadez.
La storia viene a galla soltanto adesso dal momento che il reperto verrà messo proprio oggi all’asta nella Grande Mela.
Le tappe sono ripercorse precisamente dall’Università di Firenze, i cui ricercatori hanno condotto studi sul meteorite, che dopo essere stato acquistato da un importante gallerista italiano, é stato consegnato al gruppo di ricerca di Giovanni Pratesi, docente di mineralogia del dipartimento di Scienze della Terra dell’ateneo fiorentino, in modo da comprenderne la natura e il processo di formazione. Le ricerche svolte sono state due, pubblicate su Heritage e su Lunar and Planetary Science Conference, con Annarita Franca e Xhonatan Shehaj ad aiutare Pratesi.
“NWA 16788 si è originato dalla fusione parziale di una sorgente di mantello marziano arricchito ed è caratterizzato da una struttura a grana grossa composta principalmente da pirosseno, maskelynite (vetro formatosi dall’impatto con l’asteroide) e olivina. L’origine del meteorite è stata convalidata nel 2025 dal Meteoritical Bulletin. Gli studi attuali e futuri su questo reperto eccezionale, che rappresenta il 6,5% di tutto il materiale marziano attualmente conosciuto, potrebbero portare a una revisione del sistema di classificazione dei meteoriti marziani. A prescindere da chi sarà l’acquirente di questo straordinario esemplare due fette rimarranno comunque nel nostro Paese, precisamente all’Università di Firenze, come campioni tipo a disposizione della comunità scientifica italiana e internazionale”, fa sapere Giovanni Pratesi in un’intervista.