Gli anni senesi di Ernesto Rossi e la laurea in giurisprudenza 

Gli studi nell’ateneo senese di uno dei tre ideatori del “Manifesto di Ventotene”. Negli anni in cui il fascismo si stava affermando vi studiava anche Carlo Rosselli e vi insegnava Piero Calamandrei. Una ricerca e un convegno di rilevanza nazionale.

Gli anni senesi di Ernesto Rossi e la laurea in giurisprudenza 
Preroll AMP

redazione Modifica articolo

19 Maggio 2025 - 11.43


ATF AMP

di Daniele Magrini

Top Right AMP

Gli archivi celano sempre tracce di storia. Basta saper cercare. Così, grazie all’impegno di Paolo Fiorenzani, esperto dell’archivio museale (Simus) dell’Università di Siena, l’ateneo senese ha potuto riaccendere i riflettori su un proprio studente che la storia recente del nostro Paese ha contribuito a farla: Ernesto Rossi. Politico, giornalista, antifascista ed economista italiano, nato nel 1897 e morto nel 1967, operò nell’ambito del Partito d’Azione e del successivo Partito Radicale. Insieme con Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni nel 1941 a Ventotene, dove vennero confinati dal regime fascista, idearono un progetto di unità europea, il “Manifesto di Ventotene” divenendo uno dei tre principali esponenti italiani del federalismo europeo. Rossi, dopo essersi iscritto a Bologna, decise di passare all’Università di Siena dove si laureò in Giurisprudenza nel 1920 con una tesi su Vilfredo Pareto. Così, tra le iniziative che l’ateneo senese e Europe Direct hanno organizzato nell’ambito della Festa dell’Europa 2025, sabato scorso si è tenuta la tavola rotonda “lo studente Ernesto Rossi e il Manifesto di Ventotene nella notte europea dei musei”, che ho avuto il piacere e l’onore di coordinare.

Aperta dal saluto del Rettore Roberto Di Pietra, che ha sottolineato con orgoglio di poter annoverare tra gli studenti dell’Università di Siena che hanno fatto la storia una figura come Ernesto Rossi, l’incontro si è avvalso dei contributi del professor Massimiliano Montini, delegato del Rettore alla cittadinanza europea, della ricercatrice dell’Università di Siena Lucrezia Ranieri, che ha illustrato il Manifesto di Ventotene, con le conclusioni di Alberto D’Alessandro, del Ted – team Europe Direct, Direttore del Punto Europa di Lucca e Viareggio e già direttore dell’Ufficio in Italia del Consiglio d’Europa, 

Dynamic 1 AMP

Il Rettore ha messo in luce che proprio accanto a Ernesto Rossi, in quegli anni in cui il Fascismo andava affermandosi, all’Università di Siena studiava anche Carlo Rosselli e insegnava Piero Calamandrei: “La figura di Ernesto Rossi è di grande rilevanza storica per le origini della cittadinanza europea – ha sottolineato Massimiliano Montini – e il Museo ospita tutti i documenti originali della sua iscrizione, esami sostenuti e la tesi”. Da parte di Lucrezia Ranieri c’è stata una brillante e accurata illustrazione dei contenuti del Manifesto di Ventotene, sottolineandone la contestualizzazione in quel tempo, il 1941, e l’inopportunità di interpretarlo secondo filoni di pensiero contemporanei che nulla hanno a che fare con le dinamiche dell’epoca e l’intenzione degli autori.

Paolo Fiorenzani ha illustrato i materiali rinvenuti: dalla domanda di iscrizione di Rossi che, in quanto soldato durante la Prima Guerra Mondiale, poté accedere agli studi senza pagare tasse, ad altre successive richieste di carattere burocratico, fino alla domanda di attestazione del percorso universitario presentata negli anni Sessanta ai fini della pensione.

Non vi è traccia del contenuto della tesi, né del professore che ne fu relatore, anche se la vicinanza di Ernesto Rossi a Piero Calamandrei potrebbe far pensare che proprio il grande giurista avesse accompagnato lo studente Rossi alla laurea conseguita proprio nell’Aula Magna Storica, dove sabato è stato rievocato.

Dynamic 1 AMP

È un tema affascinante. Uno dei tanti elementi di grande interesse, che erano emersi anche nel convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze storiche giuridiche politiche e sociali dell’Università di Siena intitolato: “L’attualità di Ernesto Rossi a 40 anni dalla scomparsa”. Si tenne il 31 maggio 2007 ed era organizzato, insieme all’ateneo senese, da Associazione Radicale Global Democracy di Siena e Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini. In sala, tra gli altri, erano presenti anche, Marco Pannella e Emanuele Macaluso, come si evince dal saluto del Rettore Silvano Focardi.

Grazie a Radio Radicale, che lo registrò integralmente, si possono ascoltare tutti gli interventi di Donatella Cherubini (docente di Storia del giornalismo presso l’Università di Siena), Fabio Grassi Orsini (professore ordinario di Storia dei partiti politici presso l’Università di Siena), Andrea Becherucci (archivista dell’archivio storico dell’Unione Europea c/o Istituto Universitario Europeo), Mimmo Franzinelli (segretario della Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini), Antonella Braga (ricercatrice universitaria). E anche quello di Simonetta Michelotti allora ricercatrice presso l’Università di Siena, scomparsa una settimana fa. Riascoltarne la voce, appassionata, durante il suo intervento, è stato emozionante.

In quell’occasione la professoressa Donatella Cherubini sottolineò la presenza di un nucleo di laureati senesi di ascendenze democratico liberali tra cui spiccava Carlo Rosselli mentre tra i docenti, Piero Calamandrei. Proprio Rossi, Calamandrei, Rosselli, a testimonianza di quanto furono intense le loro frequentazioni all’Università di Siena, furono poi animatori a Firenze del Movimento d’Italia libera contro il fascismo, nato all’ indomani del delitto Matteotti. A Siena – ricordò la professoressa Cherubini nel convegno del 2007 – proprio un locale nucleo d’ Italia libera dette vita ad un volantinaggio antifascista nel Teatro dei Rozzi ultima espressione di protesta prima della che si chiudessero le maglie del regime. In quel nucleo senese si distinguevano un giovanissimo Mario Bracci e l’avvocato Bruno Delle Piane

Dynamic 1 AMP

Il contributo di Simonetta Michelotti, riascoltato da Radio Radicale, meriterebbe una qualche diffusione, non fosse altro che per ricordarla a pochi giorni dalla sua morte. Simonetta volle sottolineare la “normalità” di Ernesto Rossi, non certo per svilirne la figura storica e il suo contributo ad un documento così importante come il Manifesto di Ventotene. Tutt’altro. Anzi, proprio per evidenziare che ogni uomo può farsi eroe quando fa una scelta di libertà, mantenendo i tratti della vita quotidiana che si incrocia con la storia. 

Nel convegno del 2007, Simonetta Michelotti lesse una breve lettera che Ernesto Rossi scrisse nell’esilio di Ventotene. Eccola, direttamente dal suo intervento: “C’è una curiosità in una delle prime lettere che Rossi scrive alla madre dal carcere. Quando Rossi viene incarcerato stava aspettando di concorrere per una cattedra universitaria. Era fidanzato con Ada e aspettavano di vedere appunto l’assegnazione di una cattedra a Ernesto, per decidere la data del loro matrimonio. E allora, in una lettera alla madre Rossi dal carcere scrive così: “Finché si trattava di aspettare una cattedra, aveva un senso attendere il concorso universitario per fissare il matrimonio. Ma adesso non è facile prevedere quanto le cose andranno per le lunghe e quindi dì ad Ada che si ritenga libera da qualsiasi impegno morale preso con me”.

Non andò così. Ada Rossi, già maestra, si laureò in matematica e fisica e insegnò presso l’Istituto Tecnico di Bergamo dove conobbe Ernesto. Entrambi erano antifascisti e Ada, nonostante le persecuzioni del regime, sostenne sempre Ernesto e i suoi ideali. La loro storia è un esempio di coraggio e di impegno civile.

Dynamic 1 AMP

Si sposarono nel 1931 mentre Ernesto Rossi era ancora carcerato, in un atto di resistenza e di amore. Ada, insieme ad Ursula Hirschmann svolse un ruolo fondamentale nella diffusione del Manifesto di Ventotene e nel movimento federalista europeo. Il suo non fu un contributo secondario alle radici di quell’Unione Europea che lo studente Ernesto Rossi, cominciò a pensare come avamposto di libertà tre le austere aule dell’Università di Siena.

NOTA: La registrazione del convegno del 2007 è a questo link https://www.radioradicale.it/scheda/227367

FloorAD AMP
Exit mobile version