Walc, un progetto dedicato a un atto semplice e rivoluzionario: camminare

L’acronimo significa Walking Landscapes of Urban Cultures e ci ricorda l’importanza di rallentare e riconnetterci con lo spazio in cui viviamo

Walc, un progetto dedicato a un atto semplice e rivoluzionario: camminare
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10 Marzo 2025 - 10.34


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Una volta Baudelaire parlava del flâneur: chi passeggia per le strade di una città senza fretta, senza un obiettivo preciso, osservando il paesaggio e provando emozioni, la cui controparte femminile è la passante, un personaggio dei romanzi di Marcel Proust. Nel XX secolo, Walter Benjamin ha promosso l’interesse per questa figura come archetipo emblematico dell’esperienza urbana moderna. Oggi, la realtà è molto cambiata: in tempi rapidi che ci fanno incappare in strade congestionate dal traffico e mezzi pubblici affollati, passeggiare in città pare diventato un lusso, possibile magari nelle domeniche verdi, in cui c’è la limitazione del traffico nei centri storici delle grandi città.

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Ecco, dunque, che il progetto Walc – Walking Landscapes of Urban Cultures dell’Università di Milano-Bicocca si pone l’obiettivo di studiare come il camminare possa ridefinire il nostro rapporto con la città, diventando un atto culturale e sociale, persino politico, addirittura sovversivo di resistenza alla velocità imposta dal mondo moderno, per riappropriarsi della città e renderla più umana.

Anzitutto, il concetto di “città camminabile” sta provocando una vera e propria rivoluzione culturale nel modo di progettare lo spazio urbano. Il professor Luca Daconto, coordinatore del progetto, spiega che “Le città non sono neutrali: camminare è un atto che può essere più o meno accessibile a seconda del contesto sociale, culturale ed economico”. Uno degli aspetti centrali della ricerca è infatti comprendere come l’esperienza del camminare cambi in base a fattori come il genere, l’età o la disabilità. “Non esiste un pedone universale”, sottolinea Daconto, “e il nostro lavoro punta a raccogliere informazioni su come diverse categorie di persone vivono l’esperienza del camminare in città”. La camminabilità diventa dunque un indicatore di inclusività e qualità della vita urbana: attraverso le “camminate esplorative” vengono raccolti dati, in particolare sul quartiere Bicocca, principale focus dell’unità di ricerca milanese.

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Altro aspetto attraente del progetto è la sua dimensione narrativa, dato che camminare è anche un modo per leggere e (ri)scrivere la città. L’Università di Bologna, partner di Walc, attraverso le parole degli scrittori crea una nuova mappa della città, e grazie ai laboratori di “scrittura in cammino”, in collaborazione con lo scrittore Wu Ming 2, tutti possono esplorare Milano riscoprendo storie e dettagli nascosti per creare nuove connessioni tra persone e luoghi.

Camminare è anche un potente strumento di indagine sociale: l’Università di Padova, altro partner di Walc, esplora la città attraverso performance artistiche per ridefinire il modo in cui viene percepito lo spazio pubblico: graffiti, flash mob, installazioni temporanee, performance di strada rendono le città delle tele viventi.

Uno degli strumenti più innovativi sviluppati dal progetto è il Walking Living Atlas, una sorta di atlante interattivo che raccoglie immagini, suoni, storie e dati sulle esperienze di cammino nei contesti urbani, un archivio in continua evoluzione pensato per chiunque voglia esplorare la città attraverso il filtro dell’esperienza diretta.

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Walc, dunque, non è solo un progetto di ricerca, ma un’opportunità per ripensare le città in chiave più inclusiva e sostenibile. I dati raccolti saranno messi a disposizione di urbanisti, amministratori e cittadini per progettare spazi urbani a misura umana.

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