Un rosso che racconta l’assenza diviene portavoce della lotta contro la violenza di genere

L’Università degli Studi di Siena inaugura il Punto Ascolto Antiviolenza Unisi, una panchina che avvia la campagna #finiscequi per combattere ogni discriminazione

Un rosso che racconta l’assenza diviene portavoce della lotta contro la violenza di genere
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22 Novembre 2024 - 18.04


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Sotto il segno di un colore che non rappresenta il sangue versato, ma diviene l’icona della denuncia, il prossimo 25 novembre, nel cuore accademico di Siena, si alzerà un coro pacato e spietato contro la violenza di genere. Nella giornata internazionale dedicata all’eliminazione di questo flagello, l’Università vuole scrivere un nuovo capitolo nella narrazione del cambiamento culturale, attraverso l’inaugurazione di iniziative, che non vogliono essere simboliche, ma operative e di contrasto a questa predisposizione socio culturale arcaica che vede nelle differenze di genere la sorgente dell’incapacità umana di gestire la perdita, il distacco, da ciò che viene percepita come un possedimento più che un essere umano capace di grande intelletto.

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Alle ore 16, nell’Aula Franco Romani della sede San Francesco, verrà aperto ufficialmente il Punto Ascolto Antiviolenza Unisi, frutto di un’intesa tra l’Ateneo e l’associazione Donna Chiama Donna. La struttura offrirà uno spazio di ascolto e supporto per tutta la comunità universitaria, un modo per spezzare quell’omertà, quel silenzio che quasi sempre imperversa come una tempesta perfetta intorno alle vittime di violenza, isolandole da tutto e da tutti, spesso anche dalle proprie famiglie.

Il Rettore Roberto Di Pietra e la delegata Alessandra Viviani, insieme ad altri membri del Consiglio di Ateneo e dell’associazione partner, ribadiranno che esiste un urgenza di trasformazione sociale che passi per il riconoscimento del valore inviolabile della dignità umana.

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Ad accompagnare questo passo, che di simbolico ha molto, vi sarà l’installazione di una panchina rossa nella medesima sede universitaria, emblema tangibile del posto lasciato vuoto da coloro che non hanno trovato scampo alla brutalità di coloro che in preda a le parti più ancestrali ed animali del proprio essere, senza controllo, hanno privato del bene più prezioso la persona che affermavano di amare. Ed è qui che la panchina, diviene un muto interlocutore, e vi invita a riflettere, vi induce a considerare quell’empatia che in molti sembra persa nel quotidiano incedere della vita, per sedersi lì con una quotidiana postura di consapevolezza.

Nella medesima giornata, l’evento “Illogiche. Contro la violenza sulle donne”, presso l’Auditorium del Santa Chiara Lab, proverà ad accostare le sonorità del sassofono di Stefano Cocco Cantini alla voce dell’attrice Daniela Morozzi, in un tentativo costruttivo di dialogo artistico che si interroghi attraverso la carta stampata sul tema della rappresentazione femminile.

In serata, presso l’Area Verde Camollia, la proiezione del film “Women Talking – Il diritto di scegliere” offrirà ancora una volta lo spunto per un confronto sul coraggio e le scelte delle donne; ma le iniziative non si fermano a Siena, nella sede di Grosseto dell’Ateneo si ospiterà una conferenza che intreccia psicologia, teatro e arte esplorando il caso di Artemisia Gentileschi, pittrice e figura emblematica di resilienza e forza in un mondo dove le pittrici erano contrastate ed escluse.

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In parallelo, verrà avviata la campagna #finiscequi, che ha già ottenuto vari riconoscimenti internazionali, la quale, attraverso manifesti trasporta e trasforma l’apparente innocenza del linguaggio quotidiano in specchio di discriminazioni latenti in un imponderabile violenza simbolica. L’Ateneo interviene invitando a riflettere su queste dinamiche di esclusione e molestie, ponendo in luce l’esistenza di una necessità sempre più incombente di ambienti inclusivi e rispettosi dell’essere… non giudicati. E questo mosaico di azioni diviene manifesto dell’impegno che l’Università di Siena, che non intende limitare all’effimero spazio a quello di una singola giornata del ricordo.

Con il rosso che, da simbolo di allarme, di sangue, di oppressione si possa intravedere una rinascita una trasformazione in vessillo di consapevolezza, dove la comunità tutta e non solo quella accademica si rinnovi in una propria responsabile percezione e di essere non solo spettatrice, ma protagonista del cambiamento da animale ad essere realmente sensiente.

Siena si propone come esempio di riflessione e azione, ricordando che ogni lotta contro la violenza inizia con il coraggio di guardarla negli occhi.

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