''Il mondo in un viaggio'': a Bright 2024 un incontro tra scoperta e trasformazione

Le fantastiche narrazioni di epoche e mondi lontani che hanno alimentato le grandi opere della letteratura e della pittura. Una conversazione a più voci proposta per la Bright Night.

''Il mondo in un viaggio'': a Bright 2024 un incontro tra scoperta e trasformazione
In foto da sinistra: Simone Beta, Gabriella Piccinni, Carla Francellini, Mario Lentano e Carlo Caruso.
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28 Settembre 2024 - 11.15


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di Marialaura Baldino

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Grandi autori, fantastiche narrazioni e incredibili civiltà, racchiusi in importanti opere della letteratura e della pittura che hanno una metafora comune: il viaggio, simbolo di scoperta e trasformazione. Una conversazione intellettuale e interculturale per riflettere sull’esplorazione del sé e del mondo.

Un incontro unico, quello svoltosi questa mattina al Santa Maria della Scala, inserito nel calendario degli eventi previsti per la Bright Night 2024, la notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori e organizzato dal Professore Michele Pellegrini, del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena.

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I professori Simone Beta, Mario Lentano e Carlo Caruso e le professoresse Gabriella Piccini e Carla Francellini hanno guidato gli ascoltatori attraverso un vero e proprio cammino attraverso i secoli, grazie ad un percorso filologico e storico alla scoperta dei personaggi letterari che più di altri rappresentano l’emblema del viaggiatore.

Un fil rouge partito proprio da Ulisse, il viaggiatore per eccellenza, che con le sue avventure e le sue imprese ha da sempre esercitato fascino immortale verso la sua figura e le sue rappresentazioni nei poemi omerici. In questi stessi scritti, però, egli non è l’unico del mito e della storia greca a mettersi in viaggio. Anche Eracle, alla scoperta dell’occidente, o Perseo, approdato fino alle coste della Palestina, hanno solcato i mari nel compimento del loro destino.

‘’Non solo personaggi di fantasia, ma anche vere persone, nella civiltà greca, possono rappresentare l’emblema del viaggiatore’’, ha spiegato Beta. ‘’Pensiamo ad Erodoto, il padre della Storia, – ha continuato – il quale ha scandagliato il territorio greco, arrivando in Egitto e fino alla foce del fiume Boristene (oggi conosciuto con il nome di Dnepr)’’.

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Dall’Egeo, il prof.re Lentano ha condotto gli ascoltatori attraverso il Mediterraneo sulle orme di Enea, protagonista del poema più famoso della letteratura latina, considerato solitamente un poema di viaggi.

‘’In realtà – ha precisato Lentano – di viaggi fisici ce ne sono pochissimi all’interno dell’Eneide, a differenza di quello che succede in un altro grande poema epico come l’Odissea’’. Il vero viaggio che Enea compie è un viaggio per liberarsi dal proprio passato, capendo che esiste una volontà più forte della sua: il fato, lo chiama Virgilio, o il destino, diremmo oggi. E anche se lui vuole scrivere un futuro e una storia diversa, cercando di scrollarsi di dosso la sua sorte, capisce, alla fine, di essere strumento indispensabile per il raggiungimento di questa volontà superiore.

Nel passaggio dall’età antica a quella medievale non si può non parlare del cammino di Dante, che nella Divina Commedia ha scritto il viaggio mettendo in scena sé stesso come viaggiatore. Ma il poeta, come ha spiegato il Prof.re Caruso, ci invita a seguirlo o, perlomeno, a camminare accanto a lui, come egli sta accanto a Virgilio.

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Dante si rappresenta come un viaggiatore ingenuo, che non capisce tutto quello che vede ma che lo apprenderà più avanti. ‘’È per questo – ha aggiunto Caruso – che la Commedia è un testo straordinario; un testo di conoscenza, di vero miglioramento di sé, che invita il lettore a tornare indietro, a rivedere i propri passi, per andare avanti o per riprendere il cammino, in un vortice che conduce verso un infinito viaggio’’.

Guidando il pubblico in sala verso il mare aperto, la Prof.ssa Francellini ha narrato, invece, il viaggio di Ismaele sulla baleniera Pequod, protagonista del capolavoro della letteratura americana Moby Dick.

Insieme al Capitano Achab e la ciurma, egli intraprende un viaggio attraverso la conoscenza, l’introspezione e verso l’incontro con la natura – da dominare ma anche dominante – che si conclude in una tragedia. ‘’Un viaggio nel viaggio nel viaggio, all’inseguimento di questa chimera fantastica della balena bianca’’, ha concluso Francellini.

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Un’esperienza, quella fatta durante l’incontro di stamani appena descritto, che non poteva trovare spazio di narrazione migliore se non all’interno dell’ex ospedale del Santa Maria della Scala, storicamente luogo di riparo non solo per malati o bisognosi, ma anche per pellegrini e viaggiatori. ‘’Un punto di accoglienza, nel Medioevo, dove chi vi lavorava ha imparato e dato vita a metodi precisi per l’identificazione di questi viandanti, in modo da permettere loro di ritornare, dopo i pellegrinaggi verso Roma, di poter tornare e riprendere i beni lasciati qui in custodia durante la partenza’’, ha spiegato la Prof.ssa Piccinni.

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