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L'atto violento alla studentessa Erasmus fa discutere Siena e l’Università

Dopo alcuni giorni anche il Rettore prende posizione. Polemica per alcuni post “spiritosi” sul caso.

L'atto violento alla studentessa Erasmus fa discutere Siena e l’Università
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1 Dicembre 2021 - 20.51


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di Marcello Cecconi

Il Rettore dell’Università di Siena, con una nota diffusa ieri pomeriggio a distanza di tre giorni dall’atto di violenza a danno di una studentessa Erasmus, condanna tutte le violenze di genere, e in particolare questa, che in qualche modo vede direttamente coinvolto l’ateneo.

Il fatto è noto ed è salito agli onori della cronaca locale e nazionale da domenica scorsa. L’atto violento è avvenuta nella notte fra venerdì e sabato, a bordo della navetta che riportava alcuni studenti a Siena di ritorno da una serata in una discoteca di Monteroni d’Arbia. Un 21enne studente fuori sede, seduto vicino a una delle ragazze di nazionalità spagnola, a Siena per il progetto Erasmus, approfittando del fatto che si fosse addormentata le prendeva la mano per infilarsela nei pantaloni. Un gesto notato poco dopo dalle amiche della ragazza sedute poco distante, che hanno iniziato ad urlare e a inveire contro il molestatore.

La reazione della comitiva spagnola è stata quella di bloccare il giovane italiano appena la navetta è arrivata a Siena e attendere l’arrivo dei Carabinieri allertati dalla vittima. I militari, giunti sul posto, hanno fatto scattare le prime investigazioni e provveduto al fermo del giovane italiano. Posto immediatamente agli arresti domiciliari e rinviata l’udienza di convalida dell’arresto, il pm, sostituto procuratore Nicola Marini, ha disposto l’interruzione della misura cautelare non ravvisando né rischio di fuga né probabile reiterazione del reato. Sarà dunque il giudice a valutare se emanare o meno un nuovo provvedimento.

In attesa degli eventi giudiziari futuri, a Siena, resta l’eco di un silenzio incomprensibile nei social delle organizzazioni studentesche che, a mio avviso, insieme all’Esn (Erasmus student network), avrebbero dovuto per prime far sentire la loro voce. Invece attivi i social di numerosi cittadini rapidi nel condannare senza mezzi termini il fatto con reprimende anche per chi, con i soliti post “spiritosi”, continua ancora istintivamente a pensare come una donna che subisce una violenza è sempre almeno corresponsabile con il suo violentatore.

Eppure il 25 novembre è trascorso da pochi giorni!

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