Da dieci anni "Ciclomaggio" fa amare la letteratura

L'esperienza, nata da un gruppo di studenti e studentesse, è diventata una importante realtà dell'università senese. Jacopo Romano ne racconta le origini e le molte iniziative.

Da dieci anni "Ciclomaggio" fa amare la letteratura
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3 Novembre 2021 - 21.04


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di Giuseppe Castellino

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Galeotta fu quella chiacchierata nei giardini della biblioteca di Fieravecchia. Qui è iniziata l’esperienza di Jacopo Romano con il “Ciclomaggio“, un progetto che vive ormai da dieci anni.  E’ iniziato così, quasi per gioco, mi ha raccontato. E come lo racconto a voi. Si respirava nell’aria la necessità di discutere tra studenti; di riportare alla luce, da quel mare magnum del Novecento italiano, autori e autrici, spesso dimenticati o volutamente ignorati dalle scuole superiori e dalle università.  Come se dell’intera costellazione di opere noi potessimo goderne solo di una piccola parte. Ecco che quel gruppo di amici iniziò a parlare di un grande del secolo scorso, come Pier Paolo Pasolini, in un’atmosfera quasi underground. Così nascono i gruppi spontanei e così prese corpo il collettivo di “Ciclomaggio”. Poi questa idea percorse tanta strada e così anche l’istituzione universitaria ne colse appieno il bisogno e il significato. 

Oggi la realtà è diventata più rilevante rispetto a quando è partita. Gli eventi organizzati dal collettivo “Ciclomaggio” si sviluppano in grandi filoni che sono fra loro legati sia per quanto attiene ai contenuti sia per quanto riguarda i tempi della loro realizzazione. Vi è una parte dell’ attività che è più legata  al mondo accademico dove si curano le conferenze e gli eventi che culminano a maggio, con il ciclo d’incontri per eccellenza. Contemporaneamente vengono organizzati eventi performativi che contribuiscono in maniera indicativa all’inserimento del progetto nel tessuto culturale senese. 

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Jacopo Romano torna, con il racconto, alle origini: “Come sono entrato? Non lo so, ma ricordo bene uno degli eventi che mi ha avvicinato a questa realtà: ogni anno era organizzato un evento all’ARCI Pispini (a Siena, ndr) dove ognuno poteva esporre un suo elaborato inviato in precedenza agli organizzatori. Quasi un evento open mic, ma programmato dove era dato libero sfogo alla creatività dei partecipanti. Lì ho conosciuto un gruppo di giovani che già lavoravano sul terreno culturale e letterario e ho deciso di farne parte attivamente. Decisiva la chiacchierata sulla letteratura che è durata oltre un’ora con Fabiana, una di loro. Una mia presenza più attiva è partita da una giornata dedicata all’opera di Carmelo Bene. E dopo quattro anni eccomi qui. La cosa più bella per me è pensare che tutto questo sia il frutto di una semplice chiacchierata”. 

Oggi il “Ciclomaggio” è cambiato rispetto a qualche anno fa. Per questioni di Covid non c’è più Inedito di sera.  La parte performativa, invece, ha resistito nonostante il Covid. Quest’anno, per esempio, a conclusione di quattro giornate di rassegna è stato organizzato Una vita all’improvvisa, un varietà con performances ispirate a Franca Rame e a Franca Valeri. 

Anche la dimensione più accademica ha avuto una notevole evoluzione. Dopo qualche anno dalla sua nascita, molti professori hanno sostenuto l’iniziativa del “Ciclomaggio” contribuendo anche all’organizzazione (l’invito di accademici e studiosi) e a volte al coordinamento di studio per la rassegna delle conferenze.

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“Pur lasciando libertà e indipendenza sui temi, Pierluigi Pellini, direttore del Dipartimento, ha incoraggiato questo tipo d’iniziative- racconta ancora il nostro interlocutore- e dato che ogni anno è realizzato un volume sugli atti, finanziato dall’Università, l’ha fatto anche, con orgoglio, nell’introduzione agli atti del convegno su Pier Vittorio Tondelli. Quest’anno il ciclo degli incontri ha avuto come soggetti  Anna Maria Ortese, Amelia Rosselli, Franca Rame e Franca Valeri

Una notazione va aggiunta: il Professor  Andrea Landolfi ci ha stimolato ad esser noi studenti a moderare gli incontri. Un consiglio di cui terremo conto.” 

Il progetto “Ciclomaggio” è riuscito anche a superare la prova del Covid, sebbene l’incontro fisico, e il dibattito, siano una caratteristica saliente dell’organizzazione. Nonostante molte incertezze e i collegamenti con gli esperti avvenuti prevalentemente in via telematica, sono  comunque riusciti a organizzare in presenza parte dell’edizione 2020. L’edizione del decennale del 2021 è appena finita mostrando il volto di un progetto in grande forma.

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