La Howard University cancella i classici. Il Washington Post: "catastrofe culturale"

"Cancel culture": l'ateneo della capitale Usa abolisce gli studi latini e greci. Lo studioso afroamericano Cornel West: i classici sono alla radice della formazione degli eroi dei diritti civili dei neri

La Howard University cancella i classici. Il Washington Post: "catastrofe culturale"
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23 Aprile 2021 - 15.55


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“Cancel-culture” così è stata definita la decolonizzazione della cultura classica che ha acceso un forte dibattito culturale negli Usa e un’immediata risonanza internazionale. Tra le dichiarazioni degli intellettuali che hanno fatto scalpore quella dello studioso di storia romana Dan-el-Padilla Peralta dell’Università di Princeton, come ha scritto su Repubblica il direttore del centro di Antropologia del Mondo Antico Maurizio Bettini dell’ateneo senese con un intervento di giusta, e amara, ironia (clicca qui per l’articolo integrale): “la sua condanna è senza appello; i classici hanno contribuito in maniera determinante alla formazione di una “white culture” da cui sono derivati colonialismo, razzismo, nazismo e fascismi. Dunque chiudiamo i dipartimenti di “classics” e facciamola finita”.
Così, anche la Howard University di Washington, una delle più influenti istituzioni afroamericane di alta cultura – presso la quale hanno studiato, per citarne alcuni, la vicepresidente Kamala Harris, l’ex ambasciatore Usa presso l’Onu Andrew Young e il Premio Nobel Toni Morrison – smantella il suo dipartimento di studi classici, parte dell’ateneo dall’anno della fondazione 1867, per creare “priorità diverse” nei piani di studi degli studenti. Autori quelli greci e romani di letteratura e della filosofia, fondamentali certo, ma che hanno il difetto di essere “bianchi”, promotori di schiavitù e patriarcato, e non abbastanza al passo coi tempi per le università statunitensi, governate dalla dittatura del politicamente corretto.
Come riporta l’Ansa, i professori di ‘classics’ verranno spostati in altri dipartimenti dove i loro corsi potranno ancora essere insegnati. Secondo il Washington Post, decolonizzare i classici è sinonimo di una vera e propria “catastrofe spirituale e culturale: le campagne del mondo accademico per trascurare o disprezzare i classici sono un segno di declino morale e ristrettezza intellettuale di vedute”. Inoltre, “nella nostra cultura i crimini dell’occidente sono purtroppo diventati così centrali che è diventato difficile vedere quel che di buono l’occidente ha da offrire. Dobbiamo essere attenti e distinguere tra civiltà e filosofia occidentale e crimini dell’occidente. Quei crimini hanno origine da certe filosofie e certi aspetti di quella civiltà, non da tutte”.

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Tra le critiche tuona anche quella dello studioso afroamericano di filosofia Cornel West che ha insegnato presso l’Università di Harvard: “il canone occidentale è, più che ogni altra cosa, una conversazione che si arricchisce più uniamo le nostre voci e le voci di eccellenza da Africa, Asia, America Latina. Non dovremmo mai cancellare voci in questa conversazione, che sia Omero o gli studenti di Howard. Anche Martin Luther King leggeva Socrate”. 

di L.Salv.

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