Fiorella Mannoia, omaggio a De André e Fossati

Il 27 giugno 2026 partirà il suo nuovo tour. Sarà un viaggio che riapre un capitolo prezioso della musica italiana, un omaggio vivo a due voci che non smettono di farsi sentire.

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5 Dicembre 2025 - 17.15


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Di Silvia Marchi

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A trent’anni da Anime salve, Fiorella Mannoia decide di trasformare il suo nuovo tour in un atto di gratitudine: riportare in viaggio, con la sua voce, l’eredità di Fabrizio De André e Ivano Fossati.

Si sa che alcune canzoni sfidano il tempo stesso, ma questi due cantautori lo fanno in modo indescrivibile: parlano ancora a generazioni diverse, fresche come allora, e trattano temi che oggi sono attualissimi ma che, all’epoca, venivano considerati “scabrosi”.

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L’album Anime salve, vincitore di diversi premi, tra cui la Targa Tenco per il Miglior Album nel 1997, la Miglior Canzone (per Prinçesa) e il Premio Lunezia per la canzone Smisurata preghiera, rappresenta da sempre l’unione di due voci diverse tra loro: la concretezza di De André, sempre rivolta al sociale, e l’immaginazione più onirica di Fossati.

Mannoia ricorda ancora come De André ha contribuito, con la sua musica, alla sua crescita come persona e come artista, attribuendogli il merito di averle permesso di diventare la cantante che oggi conosciamo tutti. Aveva quattordici anni quando ascoltò per la prima volta Tutti morimmo a stento, e da lì è nata un’ammirazione che non l’ha più lasciata: per quello che è, a tutti gli effetti, una pietra miliare della musica d’autore italiana.

Ed è proprio da quel sentimento che nasce il bisogno di riportare Anime salve sul palco dell’Arena del Mare di Genova, la città che ha dato i natali ad entrambi. Un album che parla di libertà senza sconti, di chi si salva proprio perché resta fuori dal coro, lontano dalla comoda ipocrisia della maggioranza.

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De André non ha mai avuto paura di toccare ciò che altri evitavano, e Prinçesa ne è la prova più evidente: la storia di Fernando Farias de Alburquenque diventa un viaggio crudo attraverso transizione, prostituzione, arresto, sieropositività e clandestinità. Tutto ciò che la società preferiva non vedere, lui lo metteva in musica, o meglio, in poesia civile.

“Cantarle è per me un piacere e un dovere: soltanto continuando a farlo possiamo tenere viva la memoria. Se arrivano ai giovani di oggi significa che abbiamo fatto il nostro dovere”, ha dichiarato Fiorella Mannoia. Ed è qui che la sua presenza torna decisiva. Non si limita a riproporre un album storico, ma lo rimette in circolo.

Accanto ai brani di Anime salve porterà anche pezzi scelti e qualche inedito preparato per l’occasione, costruendo una scaletta che tiene insieme fedeltà e libertà. Ci saranno i classici di De André, da Bocca di Rosa a La guerra di Piero fino ad Amore che vieni, amore che vai, ma filtrati dal suo sguardo e dalla sua voce. È un rispetto che non diventa mai museale, resta vivo, quasi ostinato. In fondo il modo migliore per onorare queste canzoni è farle risuonare ancora, soprattutto dove possono disturbare, ferire o consolare.

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Ma se De André è stato l’ispirazione iniziale, Fossati è il complice, la presenza che l’ha accompagnata davvero. È lui ad aver lasciato il segno più profondo sulla sua musica, attraverso un legame costruito sul rispetto reciproco e su uno scambio continuo, che negli anni, è diventato quasi una lingua privata.

Il tour inizierà a Genova, dopodiché passerà attraverso luoghi scelti non solo per la bellezza ma anche per la loro forza paesaggistica e simbolica, mentre quello invernale attraverserà invece le principali città italiane.

Non sarà un tributo in posa. Sarà un ritorno, semplice e inevitabile, di due voci che non hanno mai smesso davvero di parlare.

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