di Victoria Picchietti
Si balla, si ride e si piange con “I Love Radio Rock”, un film di Richard Curtis uscito nel 2009 e ambientato nella rigida Inghilterra degli anni Sessanta. Ispirato al fenomeno delle radio pirata, che a differenza della BBC, promettevano ventiquattro ore di musica rock, riprende la storia di Radio Coraline, prima emittente pirata nata in Inghilterra nel 1966. Una radio libera che, all’interno di una nave, trasmetteva dalle acque britanniche del Nord.
Racconta la storia di Carl, un ragazzo ribelle che, per riprendere la retta via, viene mandato dalla madre su Radio Rock, la nave del padrino Quentin. Si tratta di una nave ancorata nelle acque britanniche e trasformata in una stazione radio attiva ventiquattro ore su ventiquattro. Una volta a bordo il ragazzo si trova a confronto con uno stile di vita completamente diverso da quello a cui era abituato. Incontra gli strambi dj rock a capo della stazione scoprendo così il valore dell’amicizia, il mondo radiofonico, il sentimento dell’amore e un legame veramente speciale appartenente al suo passato.
Radio Rock è amata da tantissimi cittadini britannici, ed è seguita principalmente da ascoltatrici donne, ma a rendere le cose davvero difficili sono gli uomini del governo del Paese che vogliono chiudere la stazione radio con una legge. La passione per la radio e la determinazione dei dj rock sono il motore che li porta a lottare costantemente contro le autorità, senza smettere di credere in ciò per cui vivono. La pellicola si conclude con un finale inaspettato e malinconico dove a regnare sono musica, amicizia e libertà.
Il film racconta perfettamente la realtà vissuta dalle radio pirata durante gli anni Sessanta esaltando lo stile dell’epoca. Notiamo infatti come gli otto dj rock siano stati rappresentati con abiti e capigliature del tempo. Le scene scorrono piuttosto velocemente grazie alla presenza di dialoghi divertenti e coinvolgenti, ma soprattutto grazie alla costante presenza musicale, la quale contribuisce a rendere il film più dinamico agli occhi del pubblico e permette di entrare all’interno dell’atmosfera vissuta durante quegli anni.
Un film da considerare come una dichiarazione d’amore per la musica rock. Quest’ultima accompagna la pellicola con varie canzoni di band rock degli anni ‘60, tra cui “Beach Boys”, “Who” e “Kinks”. Inoltre, la splendida colonna sonora è intitolata “The Boat That Rocked” ed è stata pubblicata nel 2009 dalla casa discografica statunitense “Mercury”.
Possiamo definire “I love radio rock” con due aggettivi: anticonformista ed immorale. Il regista Richard Curtis è riuscito a riportare valori con una forte provocazione verso un mondo ancora particolarmente chiuso nei confronti dei nuovi modi di pensare, di vivere la sessualità e le proprie passioni.
Personalmente mi sono piaciute l’ironia e la leggerezza con cui il regista è riuscito a trasmettere la realtà del tempo, a comunicare temi profondi e personali come la scoperta di sé, e a porgere una sottile critica al governo britannico, tutto ciò senza mai cadere nella banalità. Sono rimasta colpita dalla bravura degli attori nell’ interpretazione dei vari personaggi che, seppur legati dalla stessa passione, hanno caratteristiche completamente diverse tra di loro. Ritengo che siano riusciti a rendere perfettamente l’idea di come vivevano i dj all’interno delle radio pirata.
Determinazione, amicizia, passione, amore, ingenuità e libertà sono i temi principali affrontati dal regista all’interno della pellicola, grazie ai quali racconta un fenomeno che ha travolto positivamente la vita di migliaia di persone durante anni in cui la libertà di pensiero e di espressione non erano minimamente considerate. “I love radio rock” è un film che fa ballare, emozionare e divertire; consiglio di vederlo a chiunque sia appassionato di radio e musica (principalmente rock) o chiunque abbia voglia di commuoversi e svagare la mente rivivendo l’atmosfera degli anni Sessanta.
