Emma Dante mette in scena la violenza domestica quotidiana

La regista sarà a teatro con l'"Angelo del focolare", un racconto potente sull'assuefazione del dolore nelle mura di casa.

Emma Dante mette in scena la violenza domestica quotidiana
Fonte: Ansa.it
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20 Novembre 2025 - 11.04


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di Chiara Monti

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Debutta al Teatro Grassi di Milano il nuovo progetto teatrale di Emma Dante dal titolo: “L’angelo del Focolare”. Uno spettacolo nato per conoscere meglio la violenza domestica, raccontandola dentro le mura di casa. 

I quattro personaggi in scena non hanno un nome proprio, ma si chiamano: il Marito, la Moglie, il Figlio e la Suocera. L’utilizzo di nomi comuni è un mezzo con cui i personaggi vengono trasformati in figure archetipiche riconosciute da qualsiasi spettatore, facendo ciò il pubblico può proiettare su queste figure la propria esperienza personale. Dire “la Madre” invece che chiamarla con un nome proprio trasforma quel personaggio stesso in un simbolo, focalizzandosi in particolare sul ruolo che ricopre. 

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I personaggi sono messi a nudo: il Padre e il Figlio indossano canottiera e mutande per la maggioranza dello spettacolo e si allenano in maniera grottesca in casa. Le movenze animalesche vengono riprese anche dalle due donne, che non sfuggono all’influenza maschile. La Moglie, come si desume dal titolo è un un’anima mite che, mettendo da parte i propri sogni, dedica tutta l’esistenza agli altri, restando sempre e comunque nell’ombra.

Lo spettacolo porta in scena la morte come evento ordinario. Dentro una famiglia, in un giorno come tanti, la rituale violenza del marito sulla moglie raggiunge il suo apice con l’uccisione della donna. L’uomo la uccide con il ferro da stiro, lo stesso che lei ha usato il giorno prima per stirare i vestiti, un oggetto con un valore affettivo, ma che  in una frazione di secondi diventa un’arma letale. La Moglie giace in terra, è morta, ma nessuno le crede. La donna sarà costretta ad alzarsi e rientrare nella routine: pulire la casa, occuparsi del marito, del figlio e dell’anziana suocera.  Ogni sera la Moglie muore e ogni mattina i familiari la trovano morta e non le credono.

Emma Dante ha rappresentato “la figura della donna che si prende cura di tutto e tutti tranne che di se stessa”, simbolo di quanto sia subdola la violenza subita. La violenza, evidenzia la regista, “vive, si annida nelle trame del tessuto domestico”. 

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Non solo la famiglia ma l’intera platea si abitua alla sofferenza e alla morte, come se la stessa perdesse di significato. La peculiarità della famiglia diventa, quindi, uno specchio universale. 

Nell’ “Angelo del focolare” la morte non fa paura, non commuove, non scuote le anime. La morte, come gli abusi subiti dalla donna, sono parte di un rituale quotidiano senza fine di cui siamo tutti spettatori. 

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