Il David Bowie Center nascerà a Londra, sua città natale, tra meno di un anno, il 13 settembre 2025, a 10 anni dalla morte dell’artista, avvenuta il 10 gennaio 2016. L’enorme archivio della rockstar sarà ospitato stabilmente nel Victoria and Albert Museum, dedicato a design e arti applicate, che aveva già ospitato nel 2013 la mostra ‘David is’.
L’esposizione permanente si pone l’obiettivo di raccontare il mondo creativo dell’artista attraverso oltre 90mila oggetti divisi in tre aree. Tra i pezzi più scenografici in mostra ci saranno naturalmente i famosi costumi di scena di Bowie, che hanno raccontato le sue trasformazioni, dal glam di Ziggy Stardust agli abiti sartoriali da Duca Bianco, oltre a oggetti, foto, lettere personali, strumenti musicali e testi di canzoni celebri scritti a mano da Bowie, come “Heroes” e “Fame”.
Una curiosità: alcune canzoni erano realizzate da Bowie con il metodo del “cut up”, nato negli anni ’20 con il poeta dadaista Tristan Tzara, consistente nel tagliare fisicamente un testo, lasciando intatte parole o frasi; l’artista aveva imparato questa tecnica, utilizzata anche da Bob Dylan, dallo scrittore William Burroughs negli anni ’60.
Il nuovo spazio, nel V&A East Storehouse, verrà aperto a marzo prossimo a East London. Come riporta l’ANSA di oggi, il direttore del museo londinese ha dichiarato che “il V&A è entusiasta di diventare custode del suo incredibile archivio e di poterlo aprire al pubblico”. L’apertura dell’esposizione permanente proprio in questa sede ha valore in quanto, come ha sottolineato ancora il direttore del museo, “le innovazioni radicali di Bowie attraverso la musica, il teatro, il cinema, la moda continuano ad influenzare il design e la cultura visiva e ispirano creativi da Lady Gaga a Tilda Swinton e Raf Simons”.
E infatti, il concept del museo è di creare “un’esperienza”, che conterrà anche laboratori di restauro e conservazione, aree di lavoro, sale di ricerca e lettura, insieme a gallerie e spazi espositivi e performativi. Per sviluppare le mostre del David Bowie Center, infatti, i curatori hanno scelto il metodo della progettazione partecipativa, coinvolgendo giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni provenienti da quattro distretti londinesi, oltre a collaboratori di Bowie, esperti, creativi contemporanei e ragazzi del collettivo giovanile del V&A East, invitati a condividere le loro intuizioni e prospettive sull’archivio.
L’acquisizione e la creazione del David Bowie Centre è stata resa possibile grazie al David Bowie Estate con il supporto del Warner Music Group e ad una donazione della Blavatnik Family Foundation, voluta dall’omonimo imprenditore ucraino.