Due templi dorici unici scoperti a Paestum

Risalgono al VI e al V secolo a.C., grandi elogi alla ricerca anche da parte di Sangiuliano

Due templi dorici unici scoperti a Paestum
Fonte: www.exibart.com
Preroll AMP

redazione Modifica articolo

14 Gennaio 2024 - 18.42


ATF AMP

Nella zona più occidentale di Poseidonia-Paestum, a poche centinaia di metri dal mare e vicinissimo alla cinta muraria, sono stati rinvenuti due templi greci in stile dorico, in occasione degli scavi stratigrafici in corso nell’antica città campana.

Top Right AMP

Il primo tempio viene datato nel V secolo a.C. e rappresenta un esemplare unico per l’architettura dorica; le sue dimensioni approssimative sono di circa 11,60 x 7,60 metri. Il secondo invece sembra risalire all’epoca precedente, al VI secolo a.C., con una tipologia strutturale che può essere confrontata con il capitello del tempio più antico di Paestum, quello di Hera I, denominato “Basilica”.   

Queste le parole del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Le recenti scoperte confermano quanto a Paestum ci sia ancora molto da fare sul fronte degli scavi, della ricerca e anche sul piano della valorizzazione. Dopo decenni di inerzia, il Ministero della Cultura sta dando impulso a notevoli iniziative. Abbiamo riaperto il Museo Archeologico Nazionale dopo importanti e impegnativi lavori di riallestimento che consentono un pregevole percorso espositivo. Nelle prossime settimane – prosegue il Ministro – sarò di nuovo a Paestum per sottolineare il valore dell’intervento di riqualificazione, da 20 milioni di euro, nell’ex stabilimento della Cirio. Nei mesi scorsi mi sono recato anche a Velia per inaugurare la mostra ‘Elea: la rinascita’ e garantire un primo stanziamento di risorse per iniziare a realizzare il museo”.

Dynamic 1 AMP

Massimo Osanna, il direttore generale Musei, sottolinea: “I nuovi scavi pestani sono l’ennesima dimostrazione di come lo studio e la ricerca siano assi portanti nella gestione del patrimonio culturale e strumenti fondamentali delle funzioni di tutela e di valorizzazione che lo Stato è chiamato ad espletare, in un’ottica quanto più ampiamente sinergica tra le varie professionalità coinvolte a diverso titolo nelle investigazioni archeologiche. La messa in rete delle competenze, infatti, è veicolo del miglioramento della conoscenza e della fruizione dei beni culturali, con lo scopo di renderli ‘leggibili’ agli occhi di un pubblico dalle abilità diverse, ma tutte meritevoli delle stesse possibilità di accesso. Sono questi, d’altronde, gli obiettivi perseguiti dal Sistema museale nazionale, progetto ambizioso di livello nazionale che mira a fissare dei livelli minimi di qualità della valorizzazione per tutti i luoghi della cultura, di cui il Parco archeologico di Paestum e Velia, con le sue politiche intelligenti di cura e promozione dei siti in esso inclusi, rappresenta un esempio virtuoso, certamente foriero di ulteriori futuri affascinanti ritrovamenti”.

Così invece conclude Tiziana D’Angelo, direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia: “Questi eccezionali rinvenimenti, che aggiungono nuovi fondamentali tasselli alla ricostruzione della storia arcaica della colonia magnogreca di Poseidonia, documentano, infatti, le molteplici fasi costruttive di un santuario situato in una zona liminare, in prossimità della costa da cui i coloni stessi erano giunti alcuni decenni prima, ed edificato in epoca arcaica prima ancora che la città fosse dotata di un circuito difensivo. Si tratta di un cantiere di scavo complesso che necessita della collaborazione di archeologi, restauratori, ingegneri, architetti e geologi. A breve le attività di scavo saranno concluse e siamo già al lavoro per creare un nuovo percorso di fruizione che renda questo importante santuario accessibile al pubblico”.

FloorAD AMP
Exit mobile version